Economia e lavoro | 17 marzo 2025, 08:34

NELLI-MANNOT: Nel mio progetto editoriale l'Italia è al centro, restituisco l'amore chi ho ricevuto

NELLI-MANNOT: Nel mio progetto editoriale l'Italia è al centro, restituisco l'amore chi ho ricevuto

Sarà per il suo italiano, insegnatogli dalla madre quando era bambina e impreziosito da accento francese tanto sfacciato quanto suadente; sarà per quella nostalgia della moda degli anni ’80, quando “eravamo in pochi e ci si conosceva tutti”; sarà per lo stile, orgogliosamente retrò, immancabilmente chic, dannatamente parigino; ma l’impressione, quando ci si trova davanti a Dori Nelli-Mannot, è quello di viaggiare con una macchina del tempo e trovarsi davanti a una donna di un’altra epoca, capace ancora di spiazzare all’improvviso, come quando, in apertura di intervista, estrae dalla pochette un fazzoletto con sopra ricamante le iniziali KL.

Non serve chiederle a chi appartenesse. Mentre il suo sguardo si perde nel cielo plumbeo dell’inverno milanese, è lei stessa ad aprire l’album dei ricordi.

“Con Karl fu un rapporto che ancora oggi non saprei descrivere. Nel giro di pochi attimi sapeva farti il più bello dei complimenti e un secondo dopo ti affossava con una critica spietata. Mai visto una persona così sincera”.

Un sodalizio, quello tra Nelli-Mannot e Lagerfeld, durato fino a quando il celebre fashion designer non iniziò la collaborazione con Chanel, destinata a cambiare per sempre il mondo della moda.

“Mi chiamò la sera prima, con il contratto in mano. Dori, se tu non vuoi, io non firmo”

“E lei cosa disse?”

“Che io avevo capito perfettamente quanto profondo fosse il suo genio. Era giusto che lo scoprisse anche il resto del mondo. Chiesi però che, a tutte le sfilate avrei dovuto avere un posto in prima fila. Lui mantenne la parola”.

Ed è impossibile, per tutti gli appassionati di fashion, dimenticare l’immagine di quella signora elegante, che per quattro decenni ha fatto da cornice a tutte le sfilate della maison parigina.

“Abbiamo sempre fatto in modo che le sfilate delle nostre collezioni non coincidessero, in modo da poter essere s liberi di presenziare alla sfilata dell’altro. I consigli di Karl sono stati fino alla fine un momento di crescita fondamentale”.

Dopo la separazione da Lagerfeld, per Nelli-Mannot iniziava il lungo periodo americano, caratterizzato prima dalla collaborazione con i più grandi stilisti dell’epoca (John Westeros, Houndi, Christine Malakia, per citarne solo alcuni) poi, finalmente, nel 2001, dal lancio del suo brand.

“Fu Anne (Wintour n.d.r.) a convincermi di fare il grande salto. All’epoca non era comune come oggi che una donna aprisse il proprio brand, tantomeno in un settore chiuso come quello dell’haute couture. Poi una sera a cena, in un ristorante coreano di Soho, Anne mi disse “tesoro, se mai ti deciderai a creare la tua linea, sappi che acquisterò in anticipo ogni tuo capo, senza nemmeno vederlo in anticipo. Fu l’iniezione decisiva che mi convinse a rischiare”.

Il resto è storia del fashion a stelle strisce, con 175 punti vendita aperti tra Nord e Centro-America e la vittoria dei tre American Fashion Award consecutivi (record ancora oggi imbattuto). Una cavalcata inarrestabile che però non ha mai avuto grossa eco in Europa, se non nella community degli appassionati di fashion.

“In Europa si guarda al fashion americano con diffidenza. È vero ancora oggi, figuriamoci qualche anno fa. Vorrei avere una motivazione più poetica diciamo, ma la verità è che finanziariamente non ci è mai convenuto investire nel vecchio continente”.

Almeno fino ad ogg. Pochi giorni fa la nota designer ha lanciato il suo nuovo progetto editoriale che promette, per usare le parole del comunicato stampa, di “rivoluzionare completamente il modo di comunicare, fruire, vivere l’industria del fashion”.

Il perché di questo progetto, che consiste nel lancio di un magazine di moda online in vari paesi del mondo, lo spiega direttamente lei.

“C’è un grande vuoto nel modo di comunicare il fashion oggi. Da un lato, le grandi riviste sono in crisi. Dall’altra, il tempo dei fashion blogger e dei profili social dedicati è rapidamente passato di moda. Vogliamo prendere il meglio di questi due modelli e fonderli, per creare qualcosa di completamente nuovo”.

Il piano è ambizioso: un magazine di moda online nuovo di zecca, con otto edizioni locali (oltre all’Italia, USA, Francia, UK, Germania, Cina, Giappone, Emirati Arabi).

“Alcuni contenuti saranno condivisi e tradotti. Altri invece saranno creati ad hoc da nostri collaboratori senior locali: giornalisti, fotografi, videomaker professionali”.

Come sempre, Nelli-Mannot seguirà in prima persona ogni passaggio del progetto, proprio come fa con gli abiti delle sue collezioni. “esaminerò io le varie candidature che stiamo selezionando nel modo più democratico possibile, attraverso Linkedin. La meritocrazia, per me, è sacra”.

Con un lancio previsto per il maggio 2025, l’attesa tra gli addetti ai lavori sale ogni giorno di più; e mentre al momento è disponibile online una versione di beta-testing, è la stessa stilista a dire di volersi concentrare in particolare sul mercato italiano.

“L’Italia è il Paese di mia madre, e mia madre mi ha dato tantissimo. Sono la donna che sono grazie a lei. Puntare forte sui giovani talenti provenienti dal Belpaese e il mio modo di restituire l’amore che ho ricevuto”.

Non resta che aspettare le poche settimane che ci separano dal lancio ufficiale.

Richy Garino

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Federica Monello

Giornalista pubblicista, ascoltatrice vorace di musica, amante di tutto ciò che è cultura. Nasco e cresco in Sicilia dove da studentessa di Lettere Moderne muovo i primi passi nel giornalismo, dopo poco unisco la scrittura alla passione per la musica. Giungo ai piedi delle Alpi per diventare dottoressa in Comunicazione e Culture dei media e raccontare di storie di musica, versi, suoni e passioni.

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