Nessuno stop alla lotta per il Meisino: il Comitato non si fermerà, nonostante gli avvisi di garanzia recapitati nelle scorse settimane a 39 suoi membri.
"Non ci facciamo intimidire"
Nel pomeriggio di oggi, lunedì 17 marzo, durante una conferenza molto partecipata, tenuta nel cortile del Campus Einaudi, gli attivisti hanno rivendicato la loro battaglia e respinto le accuse di minaccia e violenza privata che sono state a loro contestate. "È solo uno strumento di intimidazione - ha dichiarato Matilde, membro del comitato - Le nostre sono manifestazioni non violente. Torneremo da domani al parco a fare quello che abbiamo sempre fatto".
Intanto, procede il ricorso presentato a dicembre dal comitato per un accertamento tecnico preventivo degli impatti ambientali del progetto. La tesi è che le valutazioni stesse del Comune ammettono danni al parco, e che il censimento non sia stato fatto con la cura adeguata.
"Sono state fatte delle valutazioni di incidenza dagli enti preposti, tra cui l'Ente Parco - ha spiegato l'avvocata del Comitato Virginia Cuffaro - ma leggendo queste valutazioni si parla di mitigazioni e di minimizzare il danno, che quindi ci sarà, oltre ai danni del passaggio dei mezzi pesanti. Con l'utilizzo di telecamere si vede che ci sono molti animali che nel censimento non erano presenti. L'impatto sul parco non è stato valutato in modo stringente, come se questo parco non fosse una zona protetta".
"Continueremo a dare battaglia"
"Il comitato - ha spiegato Mario - non è contrario allo sport e all'educazione ambientale, che sono qui già praticate senza necessità di questo folle progetto. Il Meisino è una riserva naturale, zona a protezione speciale. La nostra reazione è legittima e pacifica in linea con l'articolo 9 della Costituzione. Non è stata consentita la partecipazione dei cittadini al processo decisionale. Fino a oggi abbiamo monitorato i lavori e i cantieri che stanno progressivamente devastando flora, fauna e patrimonio arboreo".
"Sulle piantumazioni previste i numeri del Comune sono contraddittori - ha poi aggiunto - Abbiamo osservato che spesso le norme di sicurezza nel cantiere non sono osservate: mancavano i cartelli coi nominativi del responsabile della sicurezza, gli operai agivano senza protezioni e due persone sono state colpite dal taglio di un albero mentre si trovavano al di fuori dal cantiere".