Alcuni lo paragonano a Keith Haring, altri alla star del social, Mr. Doodle, ma John Blond ha un tratto tutto suo e di recente ha portato la sua street art anche a Torino, riqualificando una panchina di piazzale Valdo Fusi. Panchina che dopo circa 15 giorni tuttavia è stata già imbrattata.
"L’azione in sé immagino sia mossa da una frustrazione o invidia generale nel vedere il successo altrui- commenta l'artista -. Chi l’ha fatto non ha coperto solo la mia opera ha rovinato qualcosa che alla città di Torino è piaciuto e il pubblico ha approvato. Potrei anche rifarla, ma lasciarla così per adesso è la risposta giusta nei confronti di chi l’ha sfregiata così che sia il pubblico a giudicare".
33 anni, nato e cresciuto a Catania, è passato da gestire la tabaccheria di famiglia a studiare graphic design a Londra dove ha iniziato anche i primi lavori.
“Da piccolo - ci racconta - quando disegnavo i primi murales, i tratti esterni di nero mi riuscivano tremolanti. Non riuscivo a fare le linee pulite e ho iniziato a pensare di farle così di proposito. Li facevo sempre più ondulati. Dal contorno di una lettera poi mi è venuto spontaneo venire a fare queste linee di vermicelli. È stato proprio un doodling. Li chiamo così dall’unione di noodle che in inglese vuol dire spaghetto e doodle che significa appunto fare uno schizzo”.
“In quel periodo ho regalato un oggetto personalizzato a una mia amica che se l’è portato a Milano e tante persone le chiedevano dove l’avesse preso. Avendo questo feedback ho continuato a personalizzare oggetti. Dopo i primi pezzi di design, ho iniziato a chiedermi come lavore sui muri”.
Dopo il rientro in Sicilia, durante la pandemia e il secondo lockdown, inizia a fare collaborazioni con Rinascente, Red Bull e altre realtà locali. “Ho iniziato a far conoscere questo aspetto di me grazie ai social. L’intervento più importante l’anno scorso con la Noodles House, da Farm Cultural Park a Favara”.
Poi il trasferimento a Milano, dove tuttora vive, e l’arrivo a Torino con la mostra Banksy & Friends. “Quando sono venuto a Torino per la mostra mi è venuto in mente di lasciare un segno che fosse positivo. Credo molto nella riqualificazione urbana, ma capisco che i graffiti siano percepiti come imbrattamento quando deturpano”.
Il 15 febbraio pennello alla mano ha dato nuova vita a una panchina imbrattata nello skate park di piazzale Valdo Fusi. “Certo si tratta di un’azione illegale, ma il senso di riqualificare qualcosa senza imbrattare penso sia proprio in quello che è successo. A un certo punto, mentre stavo lavorando, è passato un anziano, mi ha chiesto perché lo facessi con quel freddo. Gli ho spiegato il perché e lui alla fine mi ha detto che lo trovava bellissimo. Ecco, se fai una bella azione, anche la mentalità più chiusa ti riesce a dirti che hai fatto bene”.
Nonostante lo sfregio alla panchina, l'artista prevede un prossimo intervento su piazzale da Valdo Fusi. “A Torino stiamo portando avanti un bel progetto di riqualificazione, ma non anticipo nulla. Poi ho in mente interventi più piccoli, non escludo di venire e fare un’opera al Parco Dora. Ho intenzione di tornare, qui c’è una bella scena di street art. Avere un città piena di persone che hanno talento non è da poco”.