Sanità - 16 marzo 2025, 15:28

Camici al bar, CIMO-FESMED CGIL-FP: "Noi pensiamo alla sanità. E la direzione?"

I sindacati: "Sappiamo distinguere tra una regola ribadita per facciata e le vere priorità"

"La direzione generale della Città della Salute e della Scienza ha deciso di vietare l’uso di camici e divise nei bar e nelle mense aziendali. Un principio condivisibile, perché l’igiene è fondamentale, ma non ci facciamo certo impressionare da questo “grande provvedimento”.

Noi siamo lavoratori, non topi che scappano davanti al gatto. Se la direzione vuole giocare, spieghiamo bene le regole: qui nessuno è contrario all’igiene, anzi, siamo noi i primi a voler lavorare in un ambiente pulito e sicuro. Ma sappiamo distinguere tra una regola ribadita per facciata e le vere priorità della sanità pubblica.

Se davvero si vuole tutelare la salute, allora la domanda è una sola: quando si affronteranno i problemi veri? O si continuerà a ignorare il convitato di pietra della sanità pubblica, ovvero le condizioni di lavoro e di igiene nelle strutture ospedaliere?

- Ferie arretrate che si accumulano senza soluzione: ci sono medici che hanno migliaia di ore di ferie non godute. Solo al CTO, la dirigenza medica ha accumulato 8.696,5 ore di ferie residue, mentre alle Molinette si arriva a 38.566,5 ore. Se l’igiene è una priorità, perché non garantire ai lavoratori il diritto al riposo per evitare personale esausto e strutture sempre sotto pressione?

- Sanificazioni e DPI adeguati: perché si parla di camici nei bar ma non della mancanza di presidi nei reparti?

- Personale sufficiente: perché si impongono nuove regole ma nessuno parla del carico di lavoro insostenibile?

- Strutture dignitose: perché la direzione si concentra su dettagli di immagine, mentre i pazienti affrontano reparti sovraffollati e attese interminabili? Vogliamo parlare dei veri problemi di igiene e camici? Parliamo di igiene? Bene, allora affrontiamola seriamente. Più di cinque anni fa sono stati installati nei corridoi e adiacenti ai reparti armadi automatici per la distribuzione delle divise, con l’idea che ogni lavoratore potesse depositare la divisa sporca e prelevarne una pulita ogni mattina tramite il proprio badge.

Questo sistema è in uso in altri ospedali da anni– come negli Spedali Civili di Brescia – ma da noi non è mai entrato in funzione. I colleghi che lavorano su più presidi non hanno la possibilità di avere divise in ogni sede e sono costretti a portarsi dietro il camice, con tutti i problemi igienici che ne derivano. Il servizio di lavaggio presenta carenze croniche: i tempi di attesa per il lavaggio e la consegna sono lunghissimi, i camici sono pochi, spesso riciclati e stracciati. Per non parlare dei camici piombati: nei nostri ospedali non è mai stato istituito un vero servizio di lavanderia per questi dispositivi, al contrario di quanto avviene in altre strutture sanitarie (come nell’ASL TO5). Un DPI di sala operatoria non può essere semplicemente pulito con una spugnetta, ma deve essere adeguatamente sanificato. Anche sulle divise di sala operatoria siamo al collasso: le carenze sono evidenti, si cerca di ovviare con materiale monouso, con costi esorbitanti e conseguenze anche sull’impianto di aerazione. I filtri dell’aria si intasano di residui di tessuto monouso scadente, compromettendo ulteriormente la sicurezza dell’ambiente di lavoro. Ed ecco l’ossimoro ideologico: da una parte si impone una rigida regola sui camici nei bar, dall’altra si ignora completamente la gestione dell’igiene dove davvero conta, nei reparti e nelle sale operatorie. Si chiede rigore ai lavoratori ma si accetta il pressappochismo nella gestione delle forniture e della sanificazione.

I veri problemi della sanità ignorati dalla Direzione Se la Direzione fosse davvero interessata al benessere dei lavoratori e alla qualità dell’assistenza sanitaria, allora affronterebbe i problemi reali, anziché concentrarsi su misure di facciata. Problemi che restano **ancora oggi irrisolti**:

- Ferie non godute

-Eccedenze orarie non recuperate

-Carenza di personale

- Pronte disponibilità illecite

- Imminente blocco delle convenzioni per la libera professione a causa di una Direzione cieca e assente che non garantisce il diritto ALL'ALPI dei medici

- Ambulatori istituzionali carenti in personale ed apparecchiature

- Campagna mediatica del Commissario senza alcuna convocazione dei rappresentanti dei lavoratori Potremmo continuare a lungo, perché non abbiamo ancora visto un provvedimento degno di attenzione.

I problemi reali sono questi, e finché resteranno irrisolti, continueremo a denunciare l'ipocrisia della Direzione. Dunque, se vogliamo parlare di igiene, facciamolo fino in fondo. Il problema non è il camice al bar, ma la gestione dell’igiene nei reparti, nelle sale operatorie e nei servizi di lavanderia. Le regole si rispettano, ma non siamo ingenui. Se la direzione generale vuole davvero proteggere la salute pubblica, lo dimostri con azioni concrete. Sottolineiamo che è con il nostro lavoro e condividendo con noi veri e grandi obiettivi che si raggiungono risultati concreti". così le Segreterie Aziendali Federazione CIMO-FESMED CGIL-FP.

comunicato stampa