Economia e lavoro | 15 marzo 2025, 10:56

L’invasione di grano dal Canada trattato con il Glifosate penalizza quello torinese

Colpita tra le altre la produzione di eccellenza delle colline chivassesi il Gran dji Bric

L’invasione di grano dal Canada trattato con il Glifosate penalizza quello torinese

Anche l’agricoltura torinese è penalizzata dalla massiccia importazione di grano canadese essiccato precocemente con il Glifosato. Un’importazione sempre più massiccia che abbassa i prezzi pagati ai nostri coltivatori per un grano che non rispetta le stesse regole di sicurezza alimentare e sicurezza ambientale che devono rispettare le nostre aziende agricole.

L’importazione di grano canadese è soprattutto rivolta al grano duro che è la base per le semole che riforniscono anche i pastifici industriali del Torinese. Ma c’è anche una buona percentuale di grano tenero, in particolare grano “di forza” adatto soprattutto per la produzione di lievitati che per il mercato torinese rappresenta la quota importante del 5%.

Coldiretti Torino ricorda che per le campagne torinesi il grano è una produzione essenziale e sempre più strategica.

«La superficie a grano – ricorda il presidente Bruno Mecca Cici – supera i 20mila ettari, con una produzione di grano tenero di oltre 1 milione e 50mila quintali. Uno sforzo non indifferente per rifornire i forni di panificazione e le aziende di dolci da ricorrenza come panettoni e colombe. Ma l’agricoltura torinese investe anche le filiere locali di grano di alta qualità come la filiera del grano delle colline chivassesi il Gran dji Bric, con 130 ettari coltivati da 21 aziende e circa 9mila quintali prodotti; e la filiera del grano di Stupinigi con 20 ettari coltivati e mille quintali prodotti esclusivamente per la panificazione torinese. È chiaro che, se i nostri cerealicoltori continueranno ad essere penalizzati rischiamo di vedere ridotta questa coltura sempre più strategica a livello planetario con gravi rischi per la nostra sovranità alimentare».

A livello nazionale, con gli arrivi aumentati del 68% e i prezzi pagati agli agricoltori che crollano nonostante un’annata che ha visto un calo del 20% del raccolto, mentre diminuiscono le scorte nella Ue. A lanciare l’allarme è la Coldiretti sulla base di un’analisi su dati Dg Agri relativi alla campagna commerciale 2024/2025 (da luglio a dicembre 2024). Dal Paese dell’acero sono arrivate 392mila tonnellate di grano duro, con un incremento del 68% rispetto allo stesso periodo della campagna 2023/2024 e stime di un ulteriore incremento ad inizio anno. Grano che viene trattato in pre raccolta con il Glifosato, con una modalità vietata nel nostro Paese. Coldiretti è favorevole agli scambi commerciali ma serve un’armonizzazione delle regole basate sul principio di reciprocità e di trasparenza. Un obiettivo che ha portato la più grande organizzazione agricola d’Italia e d’Europa a farsi capofila della riunione a Ortigia delle associazioni agricole dei Paesi del G7.

Una situazione che rischia peraltro di peggiorare a causa dei dazi. Secondo il rapporto della Commissione per lo Sviluppo del Grano del Saskatchewan la guerra commerciale tra Usa e Canada potrebbe far calare gli acquisti di cereali canadesi negli States spingendo di fatto a indirizzarli verso altri mercati se non andranno ad incrementare le scorte.

Il boom di arrivi conferma un trend che negli ultimi anni ha visto una serie di Paesi, dal Canada alla Turchia, fino alla Russia, alternarsi di fatto nell’inondare il mercato italiano di prodotto, spesso in coincidenza con il periodo di raccolta, con il risultato di far crollare le quotazioni del grano nazionale.

Non è un caso che a livello globale le stime per l’annata agraria 2024-25 prevedono una riduzione dal 6% al 4% per le scorte complessive di grano nell’Unione Europea, mentre la quota delle scorte per gli Stati Uniti e la Cina è prevista in aumento, rispettivamente all’8% e al 53%.

La minor disponibilità di prodotto non ha però effetto sui prezzi pagati agli agricoltori, proprio a causa delle importazioni sleali di cereali coltivati usando spesso prodotti da anni vietati in Europa. Nella coltivazione del grano turco vengono usate, ad esempio, sostanze da anni vietate in Europa, dal Carbendazim, un fungicida sospettato di avere effetti cancerogeni, al Malathion un altro fungicida tossico per le api, dal Cyflutrin, insetticida anch’esso cancerogeno, al Glifosato, l’essiccante vietato in Italia in pre raccolta e usato anche sul grano canadese e su quello russo, che viene prodotto utilizzando un’altra sostanza non permessa nella Ue, l’erbicida Fenoxaprop P ethyl.

Il grano ucraino viene, invece prodotto usando il Chlorothalonil, un fungicida sospetto cancerogeno.

Uno scandalo contro il quale Coldiretti si è mobilitata nei porti per verificare gli arrivi di grano straniero per chiedere più controlli alle frontiere sulla qualità e sulla salubrità delle merci importate e il rispetto del principio di reciprocità, così da garantire che tutti i prodotti agroalimentari che entrano nel nostro Paese rispettino gli stessi standard a livello ambientale, di sicurezza e di rispetto dei diritti dei lavoratori, che sono garantiti dagli agricoltori italiani.

comunicato stampa

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