Cronaca | 15 marzo 2025, 10:40

Diktat di Schael ai medici e infermieri Città della Salute: "Con il camice non si va in mensa o bar"

Il Commissario chiede anche al servizio ristorazione di non servire i pasti

Il Commissario chiede anche al servizio ristorazione di non servire i pasti

Il Commissario chiede anche al servizio ristorazione di non servire i pasti

"Chi indossa il camice da lavoro non può entrare in mensa o bar". E' questo l'avviso/diktat inviato nelle scorse ore dal neo Commissario della Città della Salute Thomas Schael ai Direttori sanitari degli ospedali, delle Strutture sanitarie, delle Scuole di specializzazione e all'Ufficio personale.

"Miglioramento dei criteri di igiene"

Una misura, fanno sapere in una nota, "nell'ottica del miglioramento dei criteri di igiene e sicurezza e nel rispetto delle norme igienico sanitarie", Nel dettaglio medici, infermieri ed Oss in servizio alle Molinette, CTO, Regina Margherita e Sant'Anna - con indosso camici, divise di sala operatoria,... - non potranno più entrare in mensa, nei bar e in tutti i luoghi che non siano sanitari.

Schael fa ancora un passo avanti. Oltre alla richiesta di rispetto della regola da parte del personale sanitario, il Commissario chiede anche al servizio di ristorazione di non servire i pasti e vietare l'accesso a chi indossa la divisa da lavoro.

Nursing Up: "E' impraticabile"

Dubbioso sulla reale applicazione del provvedimento il segretario regionale di Nursing Up, Claudio Delli Carri:Se da un lato il principio espresso dal Commissario è corretto, dall’altro la conformazione dell’ospedale e la gestione dei tempi di pausa del personale sanitario non consentono di rispettarlo senza penalizzare chi lavora quotidianamente nei reparti”.  “Gli operatori sanitari hanno a disposizione pause di durata limitata, mentre i tempi necessari per la vestizione e la svestizione della divisa si aggirano tra i 10 e i 15 minuti. Considerando le distanze interne della struttura, raggiungere la mensa, consumare il pasto e tornare in reparto nei tempi previsti diventa impraticabile” conclude.

Cinzia Gatti

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Federica Monello

Giornalista pubblicista, ascoltatrice vorace di musica, amante di tutto ciò che è cultura. Nasco e cresco in Sicilia dove da studentessa di Lettere Moderne muovo i primi passi nel giornalismo, dopo poco unisco la scrittura alla passione per la musica. Giungo ai piedi delle Alpi per diventare dottoressa in Comunicazione e Culture dei media e raccontare di storie di musica, versi, suoni e passioni.

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