Nichelino-Stupinigi-Vinovo - 15 marzo 2025, 09:53

Teatro Superga esaurito per Patrick Zaki: "La libertà è preziosa come l'aria, lottare sempre per difenderla”

Nichelino, in attesa della marcia della pace di fine mese, ha dedicato una serata all'uomo simbolo della lotta per i diritti umani. Che ha ricordato con affetto Giulio Regeni

Teatro Superga di Nichelino esaurito per Patrick Zaki

E' uno dei personaggi forse più noti al mondo per il suo impegno a favore dei diritti umani e Nichelino ha voluto iniziare proprio con lui la serie delle iniziative che culmineranno a fine mese nella quinta edizione della Marcia della Pace. E' stato Patrick Zaki il grande protagonista della serata di giovedì 13 al teatro Superga, esaurito per venire ad ascoltare il racconto del ricercatore e attivista egiziano a lungo ingiustamente incarcerato.

La storia di Patrick Zaki

Nato nel 1991 a Mansura, ha studiato presso l'Università di Bologna, dove ha frequentato un master in Studi di Genere e delle Donne. Nel febbraio 2020, durante una visita nel suo paese natale, Zaki è stato arrestato all'aeroporto del Cairo con l'accusa di diffusione di notizie false e incitamento alla protesta. La sua detenzione, durata quasi due anni, ha suscitato una mobilitazione internazionale con numerose campagne e richieste di rilascio da parte di istituzioni, associazioni e cittadini.

Liberato nel dicembre 2021, è stato condannato nel 2023 a tre anni di reclusione ma è stato graziato poco dopo dal presidente egiziano Al Sisi. Rientrato in Italia, ha completato i suoi studi e continua a essere un punto di riferimento nella lotta per i diritti umani.

"La libertà è preziosa come l'aria"

Due esponenti dell'associazione Spostiamo Mari e Monti (Fancesca Dentico e Francesca Bacino) sono salite sul palco con Zaki, il traduttore Mohamed Aly e l'assessore alla Pace Alessandro Azzolina, che ha voluto fortemente l'organizzazione di questo evento. In platea, tra i tanti, l'assessore Paola Rasetto, il presidente del Consiglio comunale Raffaele Riontino e la consigliera regionale Valentina Cera. Per iniziare sono state citate le parole di Piero Calamandrei, noto costituzionalista, che amava dire: “la libertà è come l'aria. Ci si accorge di quanto vale quando comincia a mancare”.

"Un testimone diretto ci potrà spiega cosa significa combattere per la libertà", ha detto Alessandro Azzolina introducendo Zaki. "Ciao a tutti, grazie per l'invito e scusate se scelgo di parlare in inglese", ha detto in italiano, prima di abbandonare la nostra lingua per raccontare la sua esperienza. Inizia tornando alla notte in cui venne arrestato: "Interrogato per 24 ore di seguito dentro l'aeroporto, ho subito umiliazioni fisiche e psicologiche. Il caso di Regeni ha messo pressione sulla polizia e sono stati costretti a farmi vedere e a dare notizie sul mio conto. Ma è successo che persone sia sparite e siano state arrestate senza far più sapere nulla a nessuno anche per nove o dieci anni".

I momenti più terribili in carcere

"Ho cercato di stare calmo e di non perdere la testa, ero spaventato e avevo paura. In Egitto quando si va in prigione si sa quando si entra e mai quando si esce, indipendentemente da quello che si è fatto davvero. La tortura psicologica è stata la più dura da sopportare", ha detto ancora Zaki, mentre tutta la platea era raccolta in un silenzio quasi religioso ascoltandolo.

"Hai tante domande e nessuna risposta in quei momenti in cella, capita di vedere la gente che perde la testa in carcere. Ho visto gente che parlava con i disegni fatti sul muro perché da troppo tempo non parlava con altre persone. Resistere in queste condizioni è quasi un miracolo, tante volte mi addormentavo senza sapere se mi sarei svegliato il giorno seguente", ha sottolineato. Racconta di non aver dormito per due giorni, dopo che gli era stato promesso che sarebbe stato liberato e invece dopo poche ore aveva capito che non era vero. "Quello è stato uno dei momenti più duri in assoluto", ma Zaki decise di non arrendersi. "Non volevo essere dimenticato, sapevo che la mia famiglia e un Paese intero mi sostenevano", ha ricordato.

Il ricordo commosso di Giulio Regeni

Aveva 29 anni quando venne imprigionato, ma lui dice di non essere oggi un Patrick diverso da prima: "Ho solo qualche ferita in più e una visibilità che mi permette di portare avanti le mie battaglie per i diritti umani e le libertà".

E dopo aver parlato di Ucraina, del dramma del Medio Oriente, prima del firmacopie del suo libro con numerosi presenti, ha dedicato anche un pensiero a Giulio Regeni, la cui morte in Egitto è ancora oggi avvolta nel mistero. "È sempre dura per me parlarne. Spero che la verità possa emergere al più presto, anche per dare una risposta alla famiglia che attende da tempo di sapere chi ha causato la sua fine".