Sta diventando un vero e proprio tormentone sullo stile di ‘Perché Sanremo è Sanremo’ o il più nuovo ‘Tutta l’Italia’ di Gabry Ponte. Ma ce lo porteremo avanti almeno fino a maggio, quando si esprimerà il Consiglio di Stato sulla sentenza del Tar che, di fatto, obbliga il comune della città dei fiori a fare un bando di gara per l’affidamento del Festival.
“Abbiamo per ora deliberato i criteri alla base de documento, come richiestoci dal Tar ha detto – e, in modo diligente ci siamo adeguati alla sentenza. Non entro nella querelle, anche perché secondo me il Festival è a Sanremo. Intanto la città è proprietaria del marchio e, comunque, noi non ci siamo mai addentati nelle speculazioni relative al marchio. Io e il Sindaco siamo sereni per aver posto delle basi e dei criteri equilibrati. Spero solo che qualcuno non esageri e che non sfrutti la situazione in modo sproporzionato. Certo, avrei preferito che tutto questo non fosse iniziato, visto che i rapporti con la Rai sono sempre stati molto buoni, tra collaborazione e crescita. La Rai, giustamente, pensa anche ai vincoli con l’Eurovision e, in caso di sconfitta nell’aggiudicazione, pensa ad una sua manifestazione per designare il proprio esponente al Song Contest continentale. Ma non sarà il Festival di Sanremo. Ricordo che la manifestazione di interesse ci è stata imposta e la delibera che abbiamo approvato è assolutamente equilibrata. Da qui a metà maggio sapremo tutto”.
Vi siete sentiti con la Rai ed è arrivata l’offerta che era stata annunciata a febbraio? “Non ci siamo sentiti perché giusto così. Durante il Festival abbiamo mantenuto i buoni rapporti nella kermesse che si è svolta. Ad oggi non abbiamo alcun rapporto con viale Mazzini, visto che dobbiamo solo pensare alla manifestazione di interesse. Per quanto riguarda l’offerta che era stata annunciata posso dire che non è arrivato nulla”.
Nell’ambito della querelle relativa a Torino si è parlato del teatro Regio che, notoriamente è più piccolo dell’Ariston. Come valuta le parole del primo cittadino piemontese? “Chiunque avrebbe detto quanto evidenziato da Lo Russo. Ma, mi chiedo: se per noi vale la manifestazione di interesse non è la stessa cosa per Torino. E il format di chi è? Nostro che lo abbiamo iniziato nel 1951 o della Rai? Stiamo comunque di scenari apocalittici che non sono ancora chiari. Noi siamo un ente pubblico e dobbiamo rispettare la Legge, cosa che stiamo facendo. Nei criteri non abbiamo esagerato, anzi siamo stati equilibrati. Secondo me Sanremo e l’Ariston sono vere e proprie ‘chicche’ e si perderebbe l’effetto affascinante del Festival. E’ giusto che la Rai valuti altre possibilità, ma ritengo che sia molto difficile che non partecipi alla manifestazione di interesse che proporremo. Il tutto senza dimenticare gli introiti che riesce a sviluppare con il Festival”.