"Individuare con tempestività il malessere, attraverso la corretta lettura dei suoi sintomi, aiuta a sconfiggere anoressia, bulimia, obesità da binge eating e a restituire possibilità di riscatto e una vita serena. La recente legge regionale sui DCA (legge 10/22 del “Disposizioni per la prevenzione e la cura dei disturbi della nutrizione e dell’alimentazione e per il sostegno ai pazienti e alle loro famiglie) potrebbe essere uno strumento concreto per la riorganizzazione di una rete che possa prendere in carico la persona e accompagnarla nel percorso per affrontare quella che oggi è una patologia sociale. Invece la legge è ancora al palo, mancano i reparti dedicati per la residenzialità e gli ambulatori, a Torino oggi c’è un solo sportello a bassa soglia per le famiglie, gestito dall’Associazione "Lo specchio ritrovato" col sostegno della
circoscrizione 1". Lo dichiara la consigliera regionale Nadia Conticelli a pochi giorni dal 15 marzo, data dedicata sul territorio nazionale alla sensibilizzazione contro i Disturbi del Comportamento Alimentare.
"Il fondo nazionale nel passaggio dei DCA all’interno dei LEA è stato ridimensionato, e peraltro l’assistenza sanitaria pubblica ha escluso le visite dietologiche (sic!). Zero fondi regionali sia nel bilancio di assestamento sia nel previsionale, bocciati i nostri emendamenti che chiedevano di stanziare almeno delle somme minime, dai duecento ai cinquecento mila euro, per iniziative di prevenzione. - sottolinea la consigliera - . Questa è una battaglia che non può essere condotta in solitudine da medici, famigliari e pazienti. Le associazioni dei famigliari fanno un grande lavoro di ascolto e interfaccia con le istituzioni, spesso integrando il servizio sanitario pubblico laddove non arriva. Per il 15 marzo, giornata nazionale del fiocchetto lilla contro i disturbi del comportamento alimentare, avremmo voluto poter condividere con le associazioni piemontesi i primi risultati importanti ottenuti, almeno rispetto all’osservatorio, istituito dalla nuova legge, che però non viene riunito".
"In assenza di una rete strutturata diventa davvero difficile la continuità della cura - conclude la consigliera PD - con una vera e propria frattura nel passaggio alla maggiore età, in cui gli e le adolescenti devono passare dai percorsi nelle strutture pediatriche al sistema territoriale. Oggi le parole di conforto non bastano più".