Attualità | 13 marzo 2025, 11:03

A Torino i resti della Croma distrutta nella strage di Capaci: "Quando muore un poliziotto, perde l'Italia" [FOTO e VIDEO]

In piazza Tina Montinaro, moglie del capo scorta di Falcone: "Ai giovani dico non siate indifferenti, perché l'indifferenza dà il consenso alla mafia"

Commemorazione della strage di Capaci

Commemorazione della strage di Capaci

"Ai giovani voglio fare capire che la strage di Capaci appartiene all'Italia: quando muore un poliziotto o un magistrato ha perso tutto lo Stato". È questo il messaggio che ha voluto lanciare agli studenti radunati in piazza Palazzo di Città Tina Montinaro, moglie dell’agente di Polizia Antonio Montinaro, capo scorta di Giovanni Falcone, morto insieme a lui nella strage di Capaci del 23 maggio 1992

I resti della Quarto Savona 

Questa mattina Torino ha accolto la teca contenente i resti della Quarto Savona Quindici, che custodisce ciò che rimane dell'autovettura di scorta di Giovanni Falcone. 

I resti della Fiat Croma colpita in pieno dalla deflagrazione di circa 500 chili di tritolo, nell’attentato in cui rimasero uccisi oltre al giudice anche la moglie Francesca Morvillo e gli agenti di scorta Antonio Montinaro, Vito Schifani e Rocco Dicillo

"Uomini che con coraggio hanno dato la vita" 

"Abbiamo avuto - ha spiegato Tina Montinaro - uomini straordinari, che con tanto coraggio hanno dato la propria vita. Mio marito era consapevole di cosa sarebbe potuto accadere e l'ha fatto senza fare un passo indietro. Antonio mi ha insegnato tanto: aveva un grande senso del dovere, bisogna insegnare questo ai ragazzi". 

"Non siate indifferenti" 

E agli studenti presenti in piazza la vedova del poliziotto ha lanciato un messaggio chiaro: "Non siate indifferenti, perché la mafia ce l'abbiamo anche qui. L'indifferenza dà il consenso e voi non lo dovete dare".

Molto commovente poi il ricordo del marito, e di coloro che insieme a lui hanno preso la vita a Capaci: "Quella teca la guardo ma non la vedo, perché li ci sono ancora i resti di mio marito, di Vito e di Rocco: c'è la mia famiglia. È la tomba di mio marito" . 

"Lui però - ha aggiunto - mi ha insegnato a fare il proprio dovere e camminare con la schiena dritta. Siccome sono orgogliosa di Antonio e delle sue scelte, metto da parte il mio dolore per le nuove generazioni".

"Capaci monumento di tragedia e riscatto" 

A salire sul palco poi accanto al conduttore Marco Berry anche il Prefetto Donato Cafagna: "Si parla spesso di scorta, ma erano persone che facevano loro servizio. Nelle forze ordine c'è un dono, quello di garantire la sicurezza e la libertà dei cittadini".

"Capaci è il monumento di una tragedia, ma anche simbolo di un riscatto partito dalla Sicilia di lotta alla criminalità organizzata, che è ramificata in tutta Italia".

Donazione di sangue 

Accanto alla teca è stata allestita un’autoemoteca della Fidas, dove fino alle 12 è possibile donare il sangue. Un'iniziativa promossa dalla Polizia di Stato. "Noi - ha sottolineato la vicesindaca Michela Favaro - ricordiamo degli eroi nazionali. Il modo migliore per farlo è prenderci un piccolo impegno: il dono del sangue è un gesto silenzioso che può cambiare la vita delle persone, che ci rende nel piccolo eroi". 

"La lotta alla mafia non è cessata: la criminalità è ancora presente nel nostro territorio. Momenti come questi ci aiutano a non abbassare mai la soglia di attenzione. Oggi lascio due impegni: raccogliere il sacrificio di coloro che sono morti nella strage di Capaci e tutti insieme costruire un mondo più giusto" ha concluso l'assessore.

Perché il male non trionfi, le persone perbene devono essere uniti e impegnarsi – commenta Silvio Magliano, capogruppo Lista Civica Cirio Presidente Piemonte Moderato e Liberale in Consiglio regionale - davanti a quest’auto siamo tutti chiamati a una scelta, se essere o no persone perbene. Senza questa scelta, non c’è possibilità di lotta: senza persone perbene, non esiste una società libera e democratica”.

Cinzia Gatti

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Federica Monello

Giornalista pubblicista, ascoltatrice vorace di musica, amante di tutto ciò che è cultura. Nasco e cresco in Sicilia dove da studentessa di Lettere Moderne muovo i primi passi nel giornalismo, dopo poco unisco la scrittura alla passione per la musica. Giungo ai piedi delle Alpi per diventare dottoressa in Comunicazione e Culture dei media e raccontare di storie di musica, versi, suoni e passioni.

Nuove Note
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