Da sette anni, Davide Gozzi, è il Gianduja di Pinerolo e insieme alle sue Giacomette, tra cui la moglie Monica Primo, porta lo spirito del Carnevale a bimbi e anziani del Pinerolese e non solo.
Un compito che a tratti è stato impegnativo, come durante gli anni del Covid. “Abbiamo sempre cercato di stare a contatto con la gente - racconta il 56enne -, facendo magari dei filmati, delle foto su a San Maurizio, con la mascherina indosso, in modo che il Carnevale fosse sentito anche in quel momento, dove la felicità forse si era un po’ persa”.
Quest’anno ha affrontato il delicato tema del bullismo e del cyberbullismo: “Ho scoperto che esiste sia per i bambini ma anche per gli adulti quindi mi sembrava giusto parlarne. Le scuole ne parlano, segno che c’è veramente bisogno di ripetere che non si deve essere dei bulli e soprattutto mai essere dalla parte dei bulli. È quello che dico ai ragazzi quando ci incontriamo e la frase finale è sempre mai stare dalla parte del bullo”.
Davide e Gianduja, non sono due cose separate: “Mi sento Gianduja, perché sono come lui distratto, ho sempre voglia di sorridere e ho bisogno di una Giacometta che mi tenga sempre un po’ tranquillo perché io tendo sempre molto esagerare nelle cose che faccio”.
Ma anche la maschera si è adatta alla sua personalità e alla sua voglia di innovare: “Ho cercato in questi anni di cambiare un po’ quella che era la visione delle maschere di Carnevale. Ho cercato, insieme alle mie Giacomette, di lavorare per far conoscere Gianduja e far vedere quelle che sono le nostre tradizioni. In una classe, parlando della maschera piemontese, un ragazzo straniero era preoccupato quando ho detto che ero la maschera del Piemonte. Lui non si sentiva piemontese, o meglio era appena arrivato, quindi ci siamo guardati un po’ negli occhi e gli ho spiegato che sono la maschera di tutti quelli che abitano in Piemonte, allora si è emozionato e la cosa emoziona ancora me adesso”.