Sanità | 12 marzo 2025, 16:26

Flash mob della Città della Salute nella Giornata contro la violenza sugli operatori sanitari

Duecento dipendenti hanno occupato il cortile di ingresso dell'ospedale Molinette

Flash mob Città della Salute nella Giornata contro la violenza sugli operatori sanitari

Flash mob Città della Salute nella Giornata contro la violenza sugli operatori sanitari

In occasione della Giornata contro la violenza sugli operatori sanitari, la Città della Salute e della Scienza di Torino ha organizzato nel cortile di ingresso  dell'ospedale Molinette un flash mob, al quale hanno partecipato circa 200 dipendenti.

Purtroppo negli ultimi anni i numeri di queste manifestazioni sono in crescita, soprattutto nei Pronto soccorso. Nei quattro ospedali della Città della Salute e della Scienza nel 2024 sono state 157 le aggressioni tra fisiche e verbali.

"Questa giornata rappresenta un'importante occasione di riflessione sulla violenza che, purtroppo, colpisce quotidianamente i nostri operatori sanitari e socio-sanitari. Tutti devono avere rispetto della divisa. E tutti i nostri professionisti indossano una divisa e per questo devono essere rispettati. In qualsiasi sua forma, la violenza non ha spazio in un ambiente come il nostro, che è impegnato nella cura e nella tutela della salute dei cittadini.  Il nostro Sistema Sanitario, che è uno dei migliori al mondo, deve essere rispettato. Non dobbiamo perderlo, perché come tutte le cose importanti le rimpiangiamo solo quando le perdiamo. Siamo consapevoli che, in situazioni di emergenza come quelle che si vivono al Pronto Soccorso, l'agitazione e lo stress possano portare a comportamenti aggressivi. Tuttavia, è nostro compito abbassare i livelli di conflitto, promuovendo la calma e il rispetto reciproco, e ogni operatore deve essere un esempio di professionalità. Le azioni di sensibilizzazione, come quella di oggi, rappresentano un passo fondamentale per contrastare questo fenomeno e per proteggere chi ogni giorno lavora al servizio della comunità", ha dichiarato il Commissario Thomas Schael.

"La violenza contro gli operatori sanitari è una piaga che affligge anche la nostra regione". In Piemonte, tra il 2020 e il 2022, secondo i dati dell’Osservatorio nazionale sulla sicurezza degli esercenti le professioni sanitarie e socio-sanitarie si sono registrate 1.495 segnalazioni di aggressioni, coinvolgendo 1.790 operatori. "Questo significa che due infermieri su tre sono stati vittime di molestie o aggressioni sul posto di lavoro", sottolinea Claudio Delli Carri segretario Regionale Nursing Up Piemonte.

Un'analisi più approfondita dei dati forniti da Regione Piemonte, riferiti al periodo 2010-2016, evidenzia che la categoria più colpita è quella degli ausiliari sanitari e inservienti, con il 57,9% delle vittime nel 2016. Seguono il personale tecnico sanitario, con un’incidenza del 20,6%, e gli infermieri, che rappresentano il 14,5% dei casi. Uno studio condotto dall'ASL Città di Torino ha rilevato che il 65% degli operatori sanitari intervistati ha dichiarato di essere stato vittima di aggressioni. Di questi, il 66,2% ha subito aggressioni verbali, mentre il 33,8% ha riportato episodi di violenza fisica.

Per affrontare questa emergenza, Nursing Up Piemonte chiede l’istituzione di presidi di

sicurezza attivi 24 ore su 24 negli ospedali e nelle strutture sanitarie, considerando che

nelle ore notturne si verifica circa il 25% delle aggressioni. Servono procedure rapide e

automatiche di denuncia, con tutela legale per gli operatori e l’obbligo per le aziende

sanitarie di costituirsi parte civile nei procedimenti giudiziari.

Conclude Delli Carri: "Non possiamo più limitarci a condannare gli episodi dopo che si

sono verificati. Servono interventi immediati e strutturati. Gli ospedali devono diventare

luoghi sicuri per chi lavora e per chi si cura. È tempo di agire, non più di lasciar correre".

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Federica Monello

Giornalista pubblicista, ascoltatrice vorace di musica, amante di tutto ciò che è cultura. Nasco e cresco in Sicilia dove da studentessa di Lettere Moderne muovo i primi passi nel giornalismo, dopo poco unisco la scrittura alla passione per la musica. Giungo ai piedi delle Alpi per diventare dottoressa in Comunicazione e Culture dei media e raccontare di storie di musica, versi, suoni e passioni.

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