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Politica | 12 marzo 2025, 13:25

La Lega stoppa l'ampliamento del Gerbido: "Serve studio ambientale". Pd spaccato

L'esponente regionale leghista Cerutti ha presentato un documento: anche M5S, AVS e Stati Uniti d'Europa frenano sull'ingrandimento

L'esponente regionale leghista Cerutti ha presentato un documento: anche M5S, AVS e Stati Uniti d'Europa frenano sull'ingrandimento

L'esponente regionale leghista Cerutti ha presentato un documento: anche M5S, AVS e Stati Uniti d'Europa frenano sull'ingrandimento

Dal Consiglio Regionale arriva il primo stop all'ampliamento del termovalorizzatore del Gerbido. Ed il Partito Democratico si spacca: quattro consiglieri sono per l'ingrandimento dell'inceneritore, mentre altrettanti si sono astenuti.

A presentare l'ordine del giorno il consigliere regionale della Lega Andrea Cerutti che pone, come condizione necessaria per proseguire il progetto, uno studio ambientale indipendente. La decisione dell'ampliamento del Gerbido è stata ufficializzata negli scorsi giorni: alle attuali tre linee se ne aggiungerà una quarta, arrivando così in potenza a trattare 8500mila tonnellate di rifiuti l'anno.

I voti

Le candidature di Ghemme e Asti sono naufragate, a favore dell'impianto alle porte di Torino. Ma ieri è arrivato il primo stop da parte della Lega, condiviso anche dai consiglieri del Movimento 5 Stelle, Alleanza Verdi e Sinistra e Stati Uniti d’Europa.

Il Partito Democratico si è diviso: Mauro Calderoni, Fabio Isnardi, Simona Paonessa e Gianna Pentenero hanno votato contro allo studio e quindi a favore dell'ampliamento. Non partecipanti i dem Monica Canalis, Laura Pompeo, Domenico Ravetti e Emanuela Verzella.

L'analisi promossa dal Carroccio dovrà essere affidata a un ente pubblico terzo e indipendente, condizione necessaria per proseguire nell'iter autorizzativo del progetto. “Con il voto di ieri -chiarisce Cerutti - il Consiglio Regionale ha dato voce alle legittime preoccupazioni dei territori coinvolti”. “Non siamo contrari - aggiunge - ideologicamente agli impianti, ma non possiamo fare scelte affrettate su un tema così delicato che incide sulla qualità ambientale, sulla salute dei cittadini e sulla fiducia nelle istituzioni”.

I contrari

Nelle scorse settimane il sindaco di Beinasco Daniel Cannati aveva aspramente criticato il progetto: "Chiediamo rispetto per i territori che hanno già fatto sacrifici in questi anni di fronte a promesse non rispettate”. A dire no all'ampliamento il M5S, che per voce del consigliere regionale Alberto Unia chiarisce: "La nostra contrarietà a una nuova linea TRM è nota da sempre e siamo positivamente stupiti da questa presa di posizione della Lega, sperando che non sia un giochino politico".

"Uno studio indipendente - ha aggiunto il pentastellato -è necessario, abbiamo solo qualche dubbio sulla bontà dello studio, se commissionato da un ente cui vertici sono nominati dalla politica". La capogruppo di Stati Uniti d'Europa Vittoria Nallo chiarisce: "Siamo favorevoli al termovalizzatore, ma serve uno studio ambientale indipendente e giuste compensazioni per il territorio. Mentre la Lombardia dispone di 13 impianti, qui si concentra l'attività in un unico sito".

Ancora più netta la capogruppo di AVS Alice Ravinale: "Il Piemonte non ha bisogno di un nuovo impianto e si è ancora in tempo per fermare il progetto". "Lo studio proposto dalla Lega conferma i nostri dubbi: la maggioranza in Regione non dispone di dati sufficienti, in particolare per ciò che concerne l'impatto ambientale e la compatibilità con gli obiettivi di decarbonizzazione".

Pentenero (Pd): "Più che studio indipendente, mossa elettorale della Lega"

A chiarire il perché del voto contrario è la capogruppo del PD Gianna Pentenero, che parla di "proposta ambigua".

Se si fosse puntato - aggiunge l'esponente dem - sulla valutazione delle opere compensative, il nostro giudizio sarebbe cambiato. Ma questa operazione fumosa sa di spot elettorale per territori prossimi alle amministrative". 

"L’approvazione dei progetti di questa natura segue delle procedure che non si possono bypassare con fantomatici studi indipendenti, ma segue con degli iter precisi che coinvolgono anche abitanti e amministratori sui territori" conclude Pentenero.

Secondo l'associazione ambientalista Pro Natura Piemonte si tratta di "un investimento ingiustificato e in contrasto con la programmazione regionale L’attuale inceneritore di Torino ha già smaltito nel biennio 2022-2023 più rifiuti di quanto previsto per il 2035, dimostrando l’inutilità di una nuova linea. Inoltre, il Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti Urbani e di Bonifica delle Aree Inquinate (PRUBAI) stabilisce un obiettivo dell’82% di raccolta differenziata entro il 2035, riducendo drasticamente la quantità di rifiuti indifferenziati residui. Da dove arriveranno i rifiuti necessari a saturare l’impianto?".

"Se investissimo 400 milioni in tariffazione puntuale, prevenzione, miglioramento della raccolta differenziata e incentivi per imprese e cittadini, potremmo ridurre progressivamente gli impatti economici e ambientali, costruendo un sistema più efficiente e sostenibile - conclude l'associazione ambientalista - Continuare a finanziare gli inceneritori significa consolidare un monopolio costoso e senza via d’uscita, mentre investire in soluzioni innovative garantisce benefici concreti per la collettività e per l’ambiente"

Cinzia Gatti

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