La crisi è talmente forte che addirittura la Toscana fa meglio del Piemonte, se parliamo di esportazioni. E' quanto rivela l'ultima indagine di Unioncamere Piemonte tirando le somme di un 2024 che passerà alla storia come uno degli anni più complicati (Covid a parte) dell'ultimo periodo. E i motivi vanno ricercati nella frenata brusca dell'automotive, ma anche di un partner fondamentale come la Germania, non più locomotiva d'Europa.
Le cifre di una crisi
Un trend che proprio nelle scorse ore era stato evidenziato anche in occasione della firma del protocollo tra Simest e Regione per il rilancio delle imprese in cerca di affari all'estero. Ma che ora trova nei numeri la sua conferma più netta. Nel 2024 il valore delle esportazioni di merci piemontesi si è attestato a 60,5 miliardi di euro, registrando un calo del 4,9% rispetto al 2023. Anche le importazioni hanno manifestato una contrazione lievemente meno intensa (-3,7%), raggiungendo i 45,3 miliardi di euro. Il saldo della bilancia commerciale, pari a 15,3 miliardi di euro, si è confermato, dunque, ancora una volta di segno positivo. Se nel 2023 il Piemonte aveva segnato il risultato migliore tra le principali regioni esportatrici italiane, nel 2024 non solo ha evidenziato il calo più significativo, ma ha anche perso la quarta posizione a vantaggio della Toscana, regione che, invece, ha fornito il contributo più significativo per la tenuta dell’export nazionale. Il risultato, peraltro, è decisamente peggiore rispetto al dato nazionale (-0,4%).
Vulnerabili ai dolori dell'auto
"I dati del 2024 ci consegnano un quadro molto complesso per l'export piemontese. La nostra regione, fortemente orientata verso i mercati esteri, ha risentito fortemente delle turbolenze economiche globali. Questo risultato ci pone di fronte a sfide significative, ma non ci deve scoraggiare. È evidente che la nostra specializzazione in settori come l'automotive, in piena trasformazione, ci rende vulnerabili alle oscillazioni del mercato. Tuttavia, è importante sottolineare che il Piemonte mantiene un saldo commerciale positivo di 15,3 miliardi di euro, segno di una solida base produttiva. Nonostante la flessione, alcuni settori mostrano segnali positivi come l'agroalimentare e il tessile-abbigliamento", commenta Gian Paolo Coscia, Presidente Unioncamere Piemonte.
Mezzi di trasporto col freno a mano
I mezzi di trasporto, che pesano ancora per oltre un quinto dell'export totale regionale, hanno mostrato un calo medio annuo del 21,3%. Una vera mazzata. In dettaglio, l’export di autoveicoli ha fatto ancora peggio, nel corso del 2024, un calo di oltre 34 punti percentuali. Anche la componentistica autoveicolare subisce una flessione, ma di entità decisamente più modesta (-2%). Il comparto aerospaziale segna una battuta d’arresto registrando un calo delle vendite oltre confine del 28,9%. In calo anche la nautica, tiene il ferro tranviario.
Al secondo posto si colloca il comparto meccanico: la variazione registrata si è attesta al -0,6% sul 2023. L’alimentare, con oltre 8,6 miliardi di merci esportate nel 2024, occupa la terza posizione, evidenziando un incremento del 4,7% delle esportazioni. La filiera del tessile e abbigliamento, grazie a uno sviluppo delle vendite oltre confine del 7,5% si porta in quarta posizione, mentre la chimica segna una contrazione dello 0,9%. La gomma plastica genera una quota del 7,4% e mostra un aumento dell’export dell’1,7%. I metalli infine subiscono un calo (-5,5%) superiore a quello medio regionale.
Germania a picco
Per quanto riguarda i principali mercati di sbocco della vendita di autoveicoli piemontesi le contrazioni più significative riguardano Germania (-52,7%), Stati Uniti (-51,5%) e Francia (-32,0%). La principale area di destinazione delle vendite piemontesi all’estero è, anche nel 2024, quella comunitaria: tra gennaio e dicembre dello scorso, infatti, i Paesi dell’Ue-27 hanno acquistato prodotti locali per 36,5 miliardi di euro, generando il 60,3% dell’export regionale, a fronte del 39,7% assorbito dai mercati extra Ue-27. Per quanto accomunate dal segno meno, le dinamiche esibite dalle esportazioni nei due bacini di riferimento sono apparse di intensità differenti, con le seconde che hanno scontato una flessione più che doppia rispetto alle prime (Ue-27 -3,2%; Extra Ue-27 -7,3%).
Gli Stati Uniti restano il terzo partner di riferimento dell’export piemontese, con una quota dell’8,3%, pur avendo registrato, nel corso del 2024, un calo superiore a quello medio regionale (-7,3%). Tale dinamica è scaturita in primo luogo dalle flessioni del valore delle vendite regionali di macchine di impiego generale, autoveicoli e articoli di gioielleria e bigiotteria. Ma bisogna vedere cosa succederà con i dazi minacciati da Donald Trump.
Torino ancora davanti, ma cala
Analizzando il contributo fornito dalle singole realtà provinciali, si evince come il 42,5% dell’export regionale sia generato dalla provincia di Torino, seguita da Cuneo (18,5%), Alessandria (12,1%) e Novara (11,0%). In termini di dinamica, la flessione del 4,9% scontata a livello complessivo regionale è scaturita da risultati locali fortemente eterogenei, che riflettono le differenti specializzazioni settoriali dei tessuti produttivi provinciali. Torino (-13,1%) e Biella (-11,1%) hanno registrato i cali più intensi, mentre Cuneo (+5,2%), Novara (+5,5%) e soprattutto Vercelli (+9,7%) si sono rese protagoniste di performance particolarmente positive sui mercati esteri.
“I dati delle esportazioni piemontesi del 2024 confermano la complessità del contesto economico globale, che ha inevitabilmente inciso sulla nostra performance, soprattutto in settori strategici quali l’automotive - commenta Andrea Tronzano, assessore regionale alle Attività Produttive -. Tuttavia, non possiamo ignorare i segnali positivi che emergono da altri comparti. L’export agroalimentare ha registrato un incremento del 4,7% e il tessile-abbigliamento ha segnato un +7,5%, dimostrando la capacità delle nostre imprese di innovare e adattarsi. Anche l’export verso mercati quali la Cina e il Canada è in crescita, segno che la qualità del made in Piemonte continua ad essere riconosciuta e apprezzata nel mondo. La Regione Piemonte è al fianco delle imprese in questo percorso di trasformazione. Stiamo lavorando per sostenere la diversificazione dei mercati, incentivare l’innovazione tecnologica e promuovere la formazione delle competenze necessarie per affrontare le nuove sfide".