Il mio personale Oriente si ferma assai prima della Malesia e non ho difficoltà a dichiararmi del tutto incompetente in ordine a questa specifica cucina. Ma se a cambiare la vita a Justin Vip in una trattoria di Verona è stato un piatto di linguine al ragù, perché non provare qualche piatto della terra di Sandokan nel ristorante “Lo straniero”, ormai da dicembre sulla bocca di tutti quelli che a Torino sono alla ricerca di posti nuovi dove pranzare o cenare? Così, dopo una prenotazione online confermata nel giro di una decina di minuti, eccomi di fronte alla porta di questo locale che, aprendosi automaticamente, mi immette in una sala dalla tradizionale volta in mattoni sotto la quale, scesa una scala, ci si ritrova in uno spazio analogo a quello sovrastante.
Se a fare da filo conduttore sono le spezie
Il menu che arriva tempestivamente in tavola divide le portate proposte tra antipasti e piatti principali. I nomi, salvo quelli in inglese, ci dicono poco. Ma la didascalia che in qualche modo li illustra in italiano, unita alle spiegazioni che ci vengono fornite a voce, consente comunque di orientarsi nella scelta.
Eccoci dunque pronti a puntare su alcuni piatti capaci perlomeno di darci un’idea complessiva di una cucina che non conosciamo, ma che immediatamente si distingue per un utilizzo sapiente delle spezie, anche quando queste ultime al nostro palato possono risultare piuttosto potenti. In ogni caso sono proprio loro a dare il la a questa cucina etnica, anche quando i piatti richiamano piuttosto da vicino sapori e gusti che ci sono familiari.
La scoperta di una cucina con un finale sorprendente
La nostra cena si è aperta con un divertente ouvre bouche – non chiedetemi il nome! – nel quale una croccante sfera esterna giocava a rimpiattino con un ripieno morbido e leggermente piccante. E dico leggermente, perché quasi tutti i piatti successivi, senza perdere di equilibrio, avrebbero trovato nella declinazione di una spiccata piccantezza il loro denominatore comune.
Ecco dunque, dopo che ci è stato servito del vino al calice versandocelo direttamente al tavolo (pratica talvolta trascurata anche in locali ben più blasonati), arrivare in tavola gli antipasti: degli originali involtini di foglie di soia con ripieno di maiale e castagne d’acqua serviti con una piccante salsa agrodolce (Loh bak); e i mitici spiedini di pollo con salsa di arachide piccante (Sate). Intrigati da una cucina per noi inconsueta, proseguiamo con un gustoso spezzatino di carne bovina cotto a fuoco lento in latte di cocco e spezie (Rendang) e con dei meno interessanti gamberi (congelati – ma lo dichiarano) in salsa di burro, foglie di curry e tuorlo d’uovo stagionato (Butter prawns). Il tutto ovviamente accompagnato da una scodella di riso.
La sorpresa però è stato il finale: una eccezionale “panna cotta” malesiana (Sago gula melaka) nella quale l’amalgamarsi delle perle di tapioka col latte di cocco e lo sciroppo di zucchero di canna si traduceva in un’esplosione di gusto non solo non stucchevole, ma addirittura capace di stupire. Abbiamo rinunciato al caffè in moka, al tè/tisana e agli amari. Da segnale: il menu pranzo a 15€, in cui si può scegliere tra due piatti, con acqua e caffè o tè.
Il vino
I vini al momento proposti, per lo meno sul foglio nel quale erano elencati, sono otto, di cui quattro proposti al calice. Forse avremmo apprezzato, al di là della professionalità del servizio, una maggior possibilità di scelta e un consiglio specifico sui vini coi quali divertirci. Le spezie infatti, al di là della loro piccantezza, potrebbero rappresentare un’ottima occasione per più o meno consueti abbinamenti col vino.
Ma la storia del ristorante è all’inizio e sicuramente la voglia di crescere non manca. E a me non resta che augurarmi che questa lacuna venga a breve colmata, in modo da permettermi di apprezzare ancora di più questa cucina “straniera”.
LO STRANIERO
Indirizzo: Via Bonzanigo 2 – Torino
Prezzi: antipasti (8-10€), piatti principali (14-17€), dolci (8€), coperto (3€ comprensivo di riso e acqua).
Ultima visita: febbraio 2024
Sensazioni al volo: Locale accogliente, servizio puntuale, cucina da provare. Buono il rapporto qualità/prezzo. Carta dei vini da ripensare.