Nel 1995, il Borgo Campidoglio di Torino, quartiere operaio di fine Ottocento, ha assistito alla nascita di un progetto che avrebbe trasformato per sempre il suo aspetto e il suo legame con l'arte. È in quel contesto che prende vita il Mau, Museo d’Arte Urbana, un’iniziativa che ha saputo unire passato e futuro, radici storiche e sperimentazione contemporanea. Il primo passo di questo cammino è segnato dal murale Canto Metropolitano, realizzato dall’artista Mercurio su un muro di una casa del quartiere. Quest’opera, oggi simbolo del museo, rappresenta l'inizio di una rivoluzione culturale che ha reso il Mau un punto di riferimento unico non solo per Torino, ma per tutta l’arte urbana.
L'idea di Edoardo Di Mauro
Il progetto, concepito dal compianto storico e critico d'arte Edoardo Di Mauro, scomparso nel luglio 2024 a 64 anni, nasce con un’idea che, a dispetto del nome, non si limita al muralismo e alla street art. Il Mau è, infatti, un museo che ospita anche opere di pittori che con l'arte urbana avevano poco a che fare, diventando così un luogo di sperimentazione e innovazione, un ponte tra la tradizione e la modernità.
Negli anni, ha saputo conquistarsi una posizione centrale nel cuore di Borgo Campidoglio. Il quartiere, con i suoi vicoli stretti e le case basse, ha visto nascere e crescere il museo, che è diventato un punto di riferimento per residenti, commercianti e artisti. Uno degli esempi più significativi di questo legame è rappresentato dal corniciaio e artista Pasquale Filannino, che ha realizzato un murale proprio di fronte alla sua galleria, Arte Fiano, a testimonianza della comunità vivace e partecipe che si è creata attorno al Mau.
Con il passare del tempo, il museo ha ampliato il suo orizzonte, entrando in contatto con la scena della street art. Nei primi anni 2000, artisti come Chekos'Art e Opiemme hanno lasciato il loro segno nel quartiere, con opere che raccontano la storia del Borgo Campidoglio e della sua gente. Opiemme, in particolare, ha portato nel Mau una dimensione poetica, lavorando con le immagini e le parole in una fusione di linguaggi artistici che ha arricchito ulteriormente il panorama del museo.
30 anni dopo
Oggi, a 30 anni dalla sua apertura, il Mau rappresenta una delle realtà più affermate e apprezzate della scena dell'arte urbana in Italia. Le 190 opere distribuite su una superficie di 4.000 metri quadri raccontano non solo l’evoluzione della street art, ma anche il legame indissolubile tra arte e comunità. Le botteghe, le saracinesche dei negozi, le panchine e i muri del quartiere sono diventati una galleria d'arte a cielo aperto, che conserva intatto il fascino originale di un quartiere che si è saputo reinventare.
Il Mau non è solo un museo, ma un’istituzione che ha contribuito a riqualificare il Borgo Campidoglio, trasformandolo in un insediamento artistico permanente. La sua evoluzione è stata accompagnata da una crescente attenzione da parte della città e degli amanti dell’arte, diventando uno spazio dove l’arte vive, respira e si integra nel quotidiano.