Dovevano finire nel 2024, invece i lavori di costruzione di un urban campus per studenti nell’area Ponte Mosca non sono nemmeno cominciati. La demolizione degli edifici che, per oltre due decenni, hanno occupato l’angolo fra corso Brescia, via Aosta e Lungo Dora Firenze è stato uno dei primi passi compiuti dal proponente. Ma anche uno degli ultimi. Per l’avvio dei lavori veri e propri, infatti, si rischia di dover aspettare un altro anno e mezzo.
La situazione
I primi interventi a cura della società olandese The Social Hub (prima noti come the student hotel) si sono fermati a ottobre del 2023. Un anno dopo l’approvazione del piano esecutivo. “Diverse opere sono state realizzate – ha spiegato l’assessore all’Urbanistica della Città, Paolo Mazzoleni -, come la messa in sicurezza del canale Ceronda che passa sotto l’area (più di un milione di euro di lavori). Un intervento indispensabile, al pari della bonifica, per poter proseguire con l’iter”.
Obiettivo 2030
I cantieri veri e propri dovrebbero terminare nel 2030 con l’attesissima inaugurazione di The Social Hub a carico della Tsh Turin Propco. A rallentare le operazioni l’arrivo della pandemia e poi l’aumento dei costi (+35% per i costi di costruzione). Seguirà, tramite oneri di urbanizzazione, la realizzazione di un parco, 5.700 metri quadri che saranno ceduti alla Città e destinati a Verde Pubblico. Al momento il progetto esecutivo, per il discorso parco, è in corso d’esame. Mentre non è stato ancora presentato il progetto a cura e spese del proponente. “L’auspicio - ha concluso Mazzoleni -, è che i lavori di costruzione riprendano al più presto”.
In futuro
Bar, ristoranti, un auditorium, un cinema, una piscina e il Social Hub da 525 posti letto. Questo il progetto chiamato a riqualificare un altro angolo abbandonato del quartiere. “Aurora è una zona che ha bisogno di investimenti, in termini sociali ma anche di riqualificazione – ha replicato la consigliera del M5s, Valentina Sganga, autrice dell’interpellanza -, e mi auguro un’accelerata dei tempi. Certi progetti, infatti, rischiano di richiedere tempistiche troppo lunghi per un territorio in attesa di buone notizie”.