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Sanità | 07 marzo 2025, 15:00

Donne e medicina, un progresso lento verso la parità di genere nei ruoli apicali

Nonostante un significativo aumento della presenza femminile, il divario nelle posizioni dirigenziali rimane ampio

La parità nelle carriere mediche è lontana, ma il trend di crescita femminile è innegabile

La parità nelle carriere mediche è lontana, ma il trend di crescita femminile è innegabile

Negli ultimi anni, la presenza delle donne nel settore medico ha subito un’evoluzione significativa, sia per numero che per ruolo. Tuttavia, l’analisi dei dati aggiornati al 2024 mostra come la parità di genere nelle posizioni apicali sia ancora lontana. 

1. L'evoluzione della presenza femminile nel settore medico

Negli ultimi dieci anni, la presenza femminile nei corsi di Medicina e Chirurgia è aumentata significativamente, con una progressiva inversione della proporzione tra uomini e donne. Ad oggi, le studentesse rappresentano la maggioranza, consolidando un trend che si riflette anche nei ruoli dirigenziali della sanità pubblica.

Nel 2024, tra i medici ospedalieri le donne rappresentano il 56% del totale, confermando un dato stabile rispetto al 2023. Tuttavia, l’analisi storica evidenzia un’inversione significativa rispetto al 2014, quando le donne erano appena il 48%. Questo conferma un progressivo avanzamento della presenza femminile, anche se con alcune criticità nelle posizioni di responsabilità.

2. La rappresentanza femminile nei ruoli apicali

Sebbene la presenza femminile tra i medici dipendenti sia cresciuta, le donne restano sottorappresentate nelle posizioni di maggiore responsabilità. Nel 2024, le donne rappresentano:

• Il 46% dei Responsabili di Struttura Semplice (SS);

• Solo il 25% dei Responsabili di Struttura Complessa (SC), ossia una su quattro.

Nonostante un aumento negli ultimi dieci anni, il divario rimane ampio. Se il trend attuale dovesse mantenersi costante, si stima che per raggiungere la parità di genere serviranno circa 6 anni per i Responsabili di SS e oltre 32 anni per i Responsabili di SC. Questo dato indica che, senza interventi strutturali, la scalata ai ruoli apicali da parte delle donne sarà estremamente lenta. Infine, è d’obbligo sottolineare che in Piemonte su 20 Direttori Generali, solo 2 sono donne. Nei ruoli di maggior potere e prestigio, un misero 10% per le donne. 

3. La libera professione e le differenze di genere

Nel 2024, circa il 40% dei medici in Piemonte esercita la libera professione intramuraria, con un lieve calo rispetto al 2023 (-1 punto percentuale). Questo calo è imputabile quasi esclusivamente alle donne, tra le quali la quota di chi svolge attività intramoenia è scesa dal 33% al 32%, mentre la percentuale di uomini è rimasta invariata al 49%.

Questo dato suggerisce una difficoltà maggiore per le donne nell’accedere a opportunità economiche aggiuntive rispetto ai colleghi uomini, forse a causa di carichi di lavoro extra-professionali (come la gestione familiare) che incidono sulla disponibilità di tempo per tali attività.

4. Il part-time e il suo impatto sulla carriera femminile

Anche la distribuzione dei contratti part-time evidenzia una lieve disparità di genere. Nel 2024:

• Il 6,3% delle donne ha un contratto part-time;

• Il 5,1% degli uomini ha un contratto part-time.

Rispetto al 2023, si registra un aumento di questa tipologia contrattuale per entrambi i generi, con un incremento più marcato per le donne (dal 4,5% al 6,3%). Questo suggerisce che le donne medico possano ricorrere maggiormente a soluzioni di lavoro flessibile per conciliare esigenze personali e professionali, spesso a discapito della progressione di carriera.

5. Differenze di genere nelle specializzazioni mediche

La Chirurgia Generale, Chirurgia Maxillo-Facciale, Chirurgia Plastica, Neurochirurgia, Cardiochirurgia, Urologia e l’Ortopedia, rimangono specialità a prevalenza maschile, come lo sono storicamente. 

Al contrario, la Neuropsichiatria Infantile, Neonatologia, Pediatria, Scienza dell’alimentazione, Diabetologia e Medicina trasfusionale, sono specialità dove la maggior parte dei medici che lavorano sono donne. 

Comunicato stampa

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