Una sede nobile, a Palazzo Asinari di San Marzano, nel pieno centro di Torino. Ma un futuro che guarda ben oltre l’orbita della Terra. Si scaldano i motori per Space Industries, nuova azienda del distretto aerospaziale che si propone di far sentire la propria voce con 200 micro-satelliti costruiti all’anno, un investimento da 15 milioni e un piano di assunzioni di almeno 300 ingressi in 5 anni.
Un satellite a giorno lavorativo, quando tutto sarà a regime, è l’obiettivo di un’attività che entrerà nel vivo a ottobre 2025, con la consegna del primo satellite a dicembre 2025. Il tutto su progetti di clienti e commesse esterne, ma in futuro non si esclude altro.
Nella ex vetreria di Settimo Torinese
La sede produttiva si trova a Settimo Torinese, in una ex vetreria vuota da due anni, mentre in via Maria Vittoria troverà casa anche una start up partner come Ecosmic (che monitora il traffico è la presenza di detriti in orbita). Alle porte di Torino la superficie occupata sarà di 6000 metri quadri, di cui circa 3000 destinata a Camera Bianca, una delle più grandi d’Europa.
“Lo spazio continua a essere la mia passione e conoscendo Gianfranco Micelli abbiamo deciso di fare qualcosa insieme“, dice Giuseppe Santangelo, amministratore delegato di Space Industries, ma con un passato anche a Teoresi e Tyvak.
Micelli, di Space Industries, è presidente ed è erede di una storia quarantennale come quella di Comat, legata al mondo energia. “Il progetto è stato stimolante fin dal primo momento e ci siamo lasciati travolgere”.
Sviluppo veloce e tagliando i tempi
“Abbiamo un piano di sviluppo assolutamente veloce - aggiunge Santangelo -, grazie a un management snello ed efficace. La società è operativa da febbraio e siamo già una holding internazionale con sedi all’estero. Vogliamo fare quello che altri fanno meno: costruzione e testing dei satelliti. Vogliamo serializzare un’attività che per ora è ancora artigianale, rendendolo il più efficiente e tagliando i tempi morti e i costi di trasferimento e test”.
Sul mappamondo (e in orbita)
Sul mappamondo Space industries si colloca già in altri Paesi, ma entro il 2029 vuole arrivare a comprendere USA, Corea, Giappone, India, Turchia, Emirati Arabi, Spagna, Germania e Norvegia.
Integrazione di tecnologie e peso ridotto sono due degli ingredienti della ricetta di Space Industries. “Il mercato si è aperto da quando i lanciatori sono diventati riutilizzabili e ora crescerà moltissimo essendo diminuito il costo di 20 volte per kg lanciato. Negli Usa sta già succedendo, succederà anche in Europa. Ciò che poteva costare 30 milioni oggi costa dieci volte meno e ci sono sempre più servizi che hanno bisogno di infrastrutture satellitari: controlli da remoto, trasmissioni di segnale, difesa, manutenzione e logistica in orbita, ma anche cybersecurity, esplorazioni e telecomunicazioni”.
Ci sono poi nuovi scenari destinati a intrecciarsi con le orbite spaziali: “Pensiamo ad applicazioni industriali che vogliamo lanciare e le svilupperemo sempre di più”.
Il rapporto con l’automotive
Uno sguardo privilegiato, infine, è dedicato al settore automotive. “È lì che vogliamo trovare partner produttivi e industriali per fare efficienza, mentre noi vogliamo condividere le nostre competenze legate all’aerospazio. Abbiamo già contatti avviati con alcune realtà della zona di Ivrea con Iorio ed Euroconnection”. “Sono sicuro che nel futuro prossimo questo riposizionamento avrà una spinta ancora più forte, anche se forse non si potranno assorbite tutti i lavoratori che oggi sono nell’auto”.
Clienti? “Abbiamo contatti già in essere, con diverse realtà. Anche per questo vogliamo fare in fretta a cominciare”.
E sulla presenza di ormai più aziende a nord di Torino (Argotec è a san Mauro), questo non intralcia la formazione della Cittadella al confine con Collegno, in zona Ovest. “Torino è e sarà sempre più un polo di investimenti e di grande attrattività, ma ci saranno tempi e orizzonti diversi. Noi non siamo alternativi a quella che sarà la Cittadella dell’aerospazio, ma crediamo in un meccanismo di ciclicità in cui tutti avranno un ruolo”.