Da poche settimane alla guida di Confapi Piemonte, la Confederazione italiana delle piccole e medie imprese, Roberto Cotterchio a Dix TV ha delineato la situazione imprenditoriale del torinese, criticando le scelte dell'Europa. "L'Europa - ha dichiarato -pare dimenticarsi che deve tutelare la propria industria. Spesso assistiamo a scelte che vanno in contrasto delle sue aziende e dei suoi lavoratori".
Al centro del discorso, ovviamente, la filiera dell'automotive e le politiche per la transizione ecologica che stanno rallentando il settore. Il dato che più sconcerta Cotterchio è quello sulla produzione di nuove automobili: "Parlando del contesto torinese l'automotive vive una situazione drammatica, la transizione ecologica è stata gestita in modo oggettivamente inappropriato. Ha delle ripercussioni devastanti in ambito occupazionale. Nel 1957 - ha spiegato - venivano prodotti in Italia 300 mila autoveicoli, nel 2024 sono stati prodotti 300 mila autoveicoli. Immaginiamo il mondo nel 1957 e nel 2024, sono dati difficili da commentare. Serve un piano di medio e lungo periodo per potere dare la possibilità alle aziende di attrezzarsi e affrontare il discorso della produzione dei veicoli elettrici e di quanto il mercato sarà pronto a recepire".
Rinvio sanzioni CO2: "Boccata d'ossigeno"
Notizia di questi giorni è il possibile rinvio di tre anni, da parte dell'Europa, delle sanzioni per la produzione di CO2 delle case automobilistiche. "Sicuramente è una boccata d'ossigeno - ha commentato Cotterchio - però a me sembra che oramai i buoi siano scappati dalla stalla. Le aziende metalmeccaniche sono ferme, l'Europa ha gestito in modo sconsiderato la transizione green. Le aziende non hanno ordini e i lavoratori sono in cassa integrazione. L'industria automobilistica è l'industria principe che si porta dietro tutte le altre filiere, abbiamo un patrimonio culturale e lavorativo enorme perché abbiamo avuto un'industria automobilistica che l'ha fatta crescere. Nel momento in cui la spegniamo per un decreto dell'Europa andiamo a perdere tutte queste competenze".
Tav e sviluppo: "Piemonte può avere più punti di PIL"
Nonostante il momento negativo, il neo presidente di Confapi Piemonte è però ottimista, consapevole delle virtù del comparto industriale italiano che è abituato a resistere, trasformarsi e ripartire. "Siamo in un momento decisamente complesso, noi imprenditori siamo abituati a raccogliere sfide e risolvere problemi quindi affronto questo incarico con la consapevolezza che gli imprenditori ne usciranno. C'è una sensazione di grandissima incertezza, abbiamo notizie a volte contrastanti e una situazione geopolitica indecifrabile. Ma se rilevo criticità nella zona di Torino devo anche rilevare forti potenzialità e una situazione meno critica nelle altre province. Abbiamo grandi potenzialità, come l'aerospazio, quindi non tutto è negativo. Il Piemonte sarà la regione italiana che potenzialmente potrebbe avere più punti di PIL in relazione alle infrastrutture dei prossimi 10 anni. Il valico in fase di completamento e la TAV, che come Api Torino abbiamo fortemente difeso".
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