"E poi parliamo di vicinanza ai territori: ma che visione di paese hanno?". Con queste parole che il presidente di Uncem Piemonte Roberto Colombero commenta il "Piano di chiusure /accorpamenti filiali per il 2025" di Intesa Sanpaolo, reso noto nelle scorse ore dalla Fisac Cgil.
Secondo il sindacato il documento (https://fisacgruppointesasanpaolo.it/wp-content/uploads/2025/03/250304_Piano-Territoriale-2025.pdf) completa quanto previsto per l’attuale Piano industriale Piano Territoriale 2025 del colosso bancario torinese.
La previsione è di chiusura per numerosi sportelli, tra i mesi di giugno ed ottobre, con relativi accorpamenti ad altre filiali. Si tratta di quelli di Baldissero (piazza Umberto I), che verrà accorpato a Chieri (piazza Cavour), Bardonecchia (via Medail 53) a Oulx (piazza Dorato 4), Beinasco (largo Torino 1) con via Gaidano a Torino, Bussoleno (via Fontana 44) con Susa (via Mazzini), Caluso (via San Clemente) con Chivasso (piazza Beato Carletti), Candiolo (via Pinerolo 11) con Orbassano (via Roma 43), Ciriè (via San Ciriaco 25) con Settimo (via Italia 16), San Maurizio Canavese (via Vittorio Emanuele 36) con Ciriè (via San Ciriaco 25), Sauze d'Oulx (piazza Reggimento Alpini 24) con l'ufficio di piazza San Donato 4 sempre a Sauze, mentre Volpiano (via Piave 32) viene accorpato a Settimo (via Italia 16).
A Torino lo sportello di via Asinari di Bernezzo verrà accorpato alla filiale di corso Svizzera 32.
NEL BILANCIO 2024 DI INTESA UTILI PER 8,6 MILIARDI
Via libera dal Cda di Intesa Sanpaolo al progetto di bilancio d’esercizio e al bilancio consolidato al 31 dicembre 2024 che registrano un risultato netto pari a 5.604 milioni di euro per la capogruppo (7.292 milioni di euro nel 2023) e 8.666 milioni di euro a livello consolidato (7.724 milioni di euro nel 2023). L’approvazione del progetto di bilancio d’esercizio include la proposta di destinazione dell’utile dell’esercizio che pertanto verrano sottoposto all’approvazione dell’assemblea ordinaria degli azionisti prevista per il prossimo 29 aprile.
Il cda, infatti, “ha deliberato di proporre alla prossima Assemblea ordinaria la distribuzione di 6 mld di euro complessivamente, corrispondente a un payout ratio pari al 70% dell’utile netto consolidato, che, tenendo conto dell’acconto dividendi pagato lo scorso novembre pari a 3 mld porta alla proposta di distribuzione di 3 mld a saldo, corrispondente a un importo unitario di 17,1 centesimi di euro per ciascuna azione ordinaria”.
La distribuzione, se approvata dall’Assemblea, avrà luogo a partire dal 21 maggio con stacco cedole il 19 maggio e record date il 20 maggio.
BUSSONE (UNCEM): "PRONTI A TORNARE IN PIAZZA"
"L’abbandono delle banche che se ne vanno fregandosene dei clienti, in nome di una finanziarizzazione del sistema, della speculazione e del presunto home banking che ci salva, o di qualche chat bot per rispondere a tutto, richiede una mobilitazione – dichiarava nei giorni scorsi Bussone, il presidente nazionale dell’Unione nazionale comunità ed enti montani (Uncem) – La chiusura degli sportelli nei piccoli Comuni è un fatto non trascurabile per le agende politiche. Serve uno scatto. Chiudere in città è ben diverso che tagliare un servizio in un piccolo Comune. Siamo pronti a tornare in piazza, come fatto a Monticello d’Alba e a Bobbio Pellice. Le banche che chiudono sono uno scandalo per un paese che è policentrico e per le comunità locali che non accettano prese in giro con smobilitazioni in nome di risparmi che fanno solo bene agli ingenti utili ed extra profitti di banche multinazionali".
"L’illogica logica dei numeri, quella stessa che taglia i servizi sanitari, quelli scolastici e tutto il resto; questo denuncia l’Uncem (…). Si salvano le BCC che in passato vennero portate in unici grandi gruppi provando di fatto a smontarle, a unirle per frammentarle. – chiude Bussone – Si salva Poste Italiane che in nome di una legge, la 158/2017 è sui piccoli Comuni e lotta con noi. Scenderemo ancora in piazza. I profitti dei banchieri sono a danno dei Comuni e delle comunità che resistono sui territori".