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Cronaca | 06 marzo 2025, 07:10

Piano Ue per l'auto, i "piccoli" tirano un sospiro di sollievo: "Buon passo avanti, ma non basta"

Russo (Api Torino): "Così non si lascia indietro nessuno. Bene anche gli incentivi agli acquisti. Ma occorre ancora agire sulla competitività del territorio"

automobili in catena di montaggio

Sospiro di sollievo per le pmi dopo il piano Ue per l'auto

Era atteso con (comprensibile) ansia e i primi spifferi sulle bozze che erano circolati a inizio settimana non lasciavano presagire nulla di buono. Ma alla fine il Piano Ue per l'auto ha fatto tirare un sospiro di sollievo anche a Torino, territorio culla dell'automotive e in particolare ai piccoli della filiera.

Il Piano d’azione per l’auto presentato oggi da Ursula von der Leyen è un buon passo in avanti. E’ necessario però capire come si declinerà nell’operatività senza dimenticare che, vista la situazione delle nostre imprese, sono comunque necessari interventi nazionali”, dice Alberto Russo, vicepresidente Api Torino e coordinatore della filiera automotive dell’associazione. "L’aver introdotto una certa gradualità nelle misure che vincolano le imprese all’applicazione del green deal, consente alle aziende più spazio per rinnovare gli impianti con investimenti sostenibili. Un nuovo termine rappresenta un’importante occasione non solo per le imprese, ma anche per il nostro Governo il cui compito è quello di rilanciare l’industria italiana dell’Automotive senza lasciare indietro nessuno. Bene anche i fondi dedicati alla formazione e all’aggiornamento professionale”.

Concorrenza leale

Il vicepresidente di Api, inoltre, indica come “apprezzabile l’introduzione di specifiche regole di origine come strumento per scoraggiare gli attori coinvolti in pratiche sleali attraverso paesi che godono di un accesso preferenziale al mercato Ue”. E altrettanto positivi sembrano aspetti come "la possibilità di usare fondi europei della Bei per gli investimenti in innovazione, le agevolazioni sulle infrastrutture elettriche e sui pedaggi, gli aiuti alle famiglie e alle imprese per l’acquisto di mezzi elettrici".

Cosa resta da fare

Non tutto, però, è concluso: “Per risollevare le sorti del sistema dell’automotive - sottolinea Russo -, servono comunque interventi di breve e di medio lungo periodo non solo a livello europeo ma anche nazionale”. “Nel breve periodo servono azioni che facciano prendere fiato alle imprese. Una moratoria sugli interessi per gli investimenti effettuati nel periodo post Covid oppure per adeguarsi al green deal, ma anche al sostegno dei livelli occupazionali attraverso la revisione del meccanismo della Cig almeno per i prossimi due anni”. Nel medio e lungo periodo, spiega Russo “occorre agire sulla competitività del nostro territorio e del nostro sistema-Paese. Meno burocrazia, attenta gestione dei canali di fornitura delle materie prime, incentivi dedicati a nuovi investitori esteri e, non ultimi, più collegamenti e infrastrutture efficienti”.

Il piano della Ue era atteso anche dall’assessore regionale alle Attività Produttive, Andrea Tronzano. “Il Piano d’Azione presentato dalla Commissione Europea rappresenta un passo avanti nel riconoscere l’importanza strategica dell’industria automobilistica, ma non possiamo fermarci qui. La revisione anticipata della normativa sulle emissioni di CO₂ e la rimozione delle sanzioni automatiche vanno nella giusta direzione; da sole però non bastano a garantire un futuro solido per la nostra filiera produttiva”. Secondo l’esponente della giunta Cirio “servono certezze su risorse, tempi e strumenti concreti, per accompagnare le imprese e i lavoratori nella transizione senza mettere a rischio la competitività del settore”.

Massimiliano Sciullo

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