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Cronaca | 04 marzo 2025, 17:40

Ambulatorio mobile rubato e vandalizzato, sospeso il servizio di assistenza ai clochard

Dopo il vergognoso raid Civess lancia una raccolta fondi: "Servono 14mila euro, ogni aiuto è prezioso per noi"

Le condizioni dell'ambulatorio mobile

Le condizioni dell'ambulatorio mobile

Offrire assistenza sanitaria ai senza fissa dimora: questo era il cuore del progetto dell’associazione Civess, che aveva reso operativo un ambulatorio mobile. Un servizio tanto necessario quanto ambizioso, che purtroppo ha avuto vita breve. Il 7 giugno dello scorso anno, il sogno di fornire cure a chi ne aveva più bisogno è stato interrotto da un furto che ha colpito duramente l’associazione. Nel parcheggio della sede di Pianezza, infatti, sono stati rubati tutti i mezzi, tra cui l’ambulatorio mobile, destinato a diventare un punto di riferimento per la salute dei più vulnerabili.

Trovato distrutto

La notizia del furto è stata un duro colpo. L’ambulatorio, che fino a quel momento aveva operato instancabilmente nelle vie più difficili di Torino, è stato successivamente ritrovato vandalizzato, ridotto a un cumulo di rottami inutilizzabili. La compagnia assicuratrice ha rifiutato di risarcire il danno, stimato in circa 14mila euro. Un ostacolo economico che rende ancora più complessa la ripartenza.

Servizio sospeso

Fino al furto, l’ambulatorio mobile aveva rappresentato una risorsa fondamentale per i clochard, offrendo anche ascolto, orientamento verso i servizi sanitari e accompagnamento per strutture pubbliche per esami specialistici. A bordo, un team composto da un medico, un’infermiera, un’operatrice sociosanitaria e un autista, si prendeva cura dei più bisognosi, raggiungendo le zone più emarginate della città, da quelle del centro alle periferie più difficili. La sospensione del servizio ha lasciato un vuoto difficile da colmare.

Lo zaino sanitario

Oggi, la situazione è drasticamente cambiata. L’ambulatorio mobile non è più in grado di circolare, e sebbene l’associazione abbia cercato di trovare soluzioni alternative, come lo "zaino sanitario", queste non sono riuscite a garantire lo stesso livello di assistenza. La crisi è evidente, e la comunità si trova ad affrontare una nuova difficoltà, con i più vulnerabili a rischio di rimanere senza assistenza.

L’appello di Civess

Nonostante il colpo subito, l’associazione Civess non ha gettato la spugna e ha lanciato un appello pubblico per raccogliere i fondi necessari a ripristinare il servizio dell’ambulatorio mobile. Con una cifra ingente da raccogliere. «Per noi è una cifra enorme da sostenere da soli. Chiediamo l’aiuto di tutti e ringraziamo fin da ora chi vorrà contribuire. Anche una piccola donazione è fondamentale per riprendere il servizio».

L’acquisto del mezzo, avvenuto grazie alla generosa donazione di 15mila euro da parte della famiglia Invernizzi, titolare della ditta Inalpi, aveva rappresentato un momento di speranza. Oggi, l’associazione cerca di risollevarsi con lo stesso spirito di solidarietà che ha sempre guidato il suo operato, sperando che la cittadinanza possa rispondere all’appello e ridare vita a un servizio che ha fatto la differenza per i più deboli.

Philippe Versienti

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