Economia e lavoro - 04 marzo 2025, 07:00

Piano Ue per l'auto, le aperture di Von der Leyen piacciono a Torino. "Ma serve un Pnrr per il settore"

La presidente della Commissione europea ha riparlato dei principi del documento che sarà presentato il 5 marzo: tre anni per evitare le multe e neutralità tecnologica. Soddisfatti gli industriali, ma le pmi tengono alta la guardia

il mondo delle pmi torinesi insorge contro la bozza del Piano d'azione della Ue sull'automotive

Dopo giorni di subbuglio, dall'Europa arriva uno spiraglio sul futuro Piano per l'auto. Se dalle bozze che circolavano nei giorni scorsi sembrava che nulla fosse cambiato (tra multe e scadenze), le parole della presidente della Commissione Europea Ursula Von der Leyen hanno riportato un po' di sereno. In attesa che domani - 5 marzo - ci sia l'ufficialità.

Ha promesso infatti un emendamento mirato al regolamento sulle emissioni di CO2 che allunghi da uno a tre anni il tempo per le case produttrici per adeguarsi agli standard di conformità. E inoltre ha garantito che si accelererà sulla revisione dei target 2035 pronunciando la parola magica "neutralità tecnologica" come "principio fondamentale".

Gay: "Accolte le nostre richieste"

Correzioni di rotta che piacciono al mondo automotive torinese. Tanto che Marco Gay, presidente dell'Unione Industriali di Torino commenta: "Le dichiarazioni delle ultime ore con cui la presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, ha definito ‘la piena neutralità tecnologica come principio fondamentale’ nella revisione del termine al 2035 per la produzione dei motori termici, rispecchiano la posizione che noi abbiamo sempre portato avanti raccogliendo la richiesta di migliaia di aziende italiane del comparto automobilistico". "Confidiamo - ha aggiunto - che insieme alla proroga concessa ai costruttori al 2027 per pagare le multe sulle emissioni, questi elementi siano presenti con chiarezza nella versione definitiva del ‘Industrial Action Plan for an Automotive Sector’, perché un'industria come la nostra può e vuole continuare ad essere protagonista”. 

In gioco l'equilibrio economico del Paese"

Sembra dunque scongiurata la prospettiva di coloro che, nei giorni scorsi, parlavano addirittura di flop per il nuovo Piano. Anche se il mondo delle pmi torinesi, che da sempre compongono l'anima della filiera automotive del territorio, tengono alta la guardia. "Non sono in gioco solo decine e decine di migliaia di posti di lavoro, ma l’equilibrio economico e sociale del Paese e del Nord-Ovest, il destino di una parte importante della nostra economia", dice Fabrizio Cellino, presidente di Api Torino.

E ragionando nel breve, ma anche nel medio-lungo periodo, il numero uno delle pmi torinesi reclama "azioni che facciano prendere fiato alle imprese. Una moratoria sugli interessi per gli investimenti effettuati nel periodo post Covid oppure per adeguarsi al green deal, ma anche al sostegno dei livelli occupazionali attraverso la revisione del meccanismo della Cig almeno per i prossimi due anni”. E anche "un Pnrr per l’automotive".

L'allarme di Tronzano

Nei giorni scorsi, già l'assessore regionale alle Attività produttive Andrea Tronzano aveva manifestato il suo disappunto per quelle che erano apparse come le prime bozze del Piano. Temendo che la Commissione stesse scegliendo di "sacrificare l’industria dell’auto piuttosto che adottare un approccio pragmatico e tecnologicamente neutrale".

Lazzi (Fiom): "Il problema non è l'elettrico"

Sul fronte sindacale, Edi Lazzi, segretario generale di Fiom Cgil Torino sottolinea come "Mantenere gli obiettivi di abbattere le emissioni è assolutamente necessario perchè il cambiamento climatico esiste e sta generando già enormi danni economici e sociali. Il problema non è l'auto elettrica, che personalmente penso sia una delle soluzioni ecologiche migliori ad oggi esistenti per la mobilità privata, ma il fatto che non ci sia una politica industriale europea e nazionale che accompagni in positivo la transizione fatta di infrastrutture di ricarica, produzione di energia elettrica rinnovabile, riciclo e riutilizzo dei materiali, abbassamento del prezzo delle vetture e un ripensamento delle grandi città in senso di una mobilità pubblica e multipolare che tra l'altro, se effettuata, creerebbe nuova e buona occupazione in grado di sopperire alla perdita dei posti di lavoro che stiamo assistendo".

 

Tronzano: "Passo nella direzione giusta"

"Prendiamo atto delle anticipazioni diffuse oggi e accogliamo con cautela le aperture della Commissione europea. L’annuncio della presidente Ursula von der Leyen, che prevede un’estensione dei tempi per l’adeguamento agli standard di emissione di CO₂, rappresenta un segnale di attenzione verso le richieste dell’industria, delle istituzioni e dei territori produttivi, tra i quali il nostro Piemonte ricopre un ruolo di primo piano nel panorama europeo - commenta Andrea Tronzano, assessore regionale alle Attività produttive -. Se le anticipazioni troveranno conferma nel piano che verrà presentato mercoledì, sarebbe un primo passo nella giusta direzione. Tuttavia, è necessario mantenere un approccio pragmatico: la transizione ecologica è un processo complesso che non può essere affrontato con rigidità ideologica, ma richiede flessibilità, realismo e un supporto concreto alle imprese. La neutralità tecnologica rimane un principio condivisibile: solo valorizzando tutte le soluzioni disponibili, dai carburanti sintetici all’idrogeno, accanto all’elettrificazione, si potrà garantire un futuro sostenibile e competitivo per l’industria automotive europea. Rimaniamo in attesa di leggere il testo definitivo del piano e continuiamo a ribadire che il settore necessita di interventi strutturali, dalla riduzione del costo dell’energia alla tutela della competitività nei mercati internazionali. Il Piemonte, con la sua lunga tradizione industriale e il suo ruolo strategico nella filiera dell’automotive, continuerà a fare la propria parte per sostenere il comparto e garantire un futuro solido alle nostre imprese e ai nostri lavoratori”.