L’importanza della memoria del passato e del presente come idea centrale della rappresentazione, a cura della Pro loco Junior di Vigone, che è andata in scena lo scorso 1° febbraio e ha coinvolto bambini e ragazzi dai 6 ai 13 anni. Per riflettere ma anche per diffondere un messaggio di pace e speranza.
L’iniziativa, proposta in occasione della Giornata della Memoria, è ormai giunta alla sua sesta edizione, sempre diretta da questo gruppo di giovani nato 10 anni fa.
“Nel 2015, appoggiandomi al .Gim, il gruppo dei Giovani in Movimento, ho proposto come semplice cittadina un progetto adatto ai ragazzi – spiega Paola Salvai, presidente della Pro loco di Vigone –. Sono partita da sola, man mano mi sono avvicinata per amicizie mie personali alla Pro loco, di cui sono entrata a far parte nel 2018, e lì ho portato con me ‘.Gim Junior’, che è poi diventato Pro loco Junior”. Al progetto, insieme a Salvai, collaborano: Elena Chiattone, Patrizia Perusia, Lorena Rossa, Maurizio Abrate, Marta Bertino Fiolin, Serena Racca e Luca Bertino Fiolin. “Oltre a occuparci degli aspetti ludici per gli eventi del paese, volevamo dare spessore alle nostre iniziative, affrontando anche tematiche più serie ed è così che, per la prima volta nel 2020, abbiamo iniziato a rappresentare la Memoria”
Quest’anno sono state Serena Racca, 19 anni, e Marta Bertino Fiolin, 20 anni, a dedicarsi in prima persona alla stesura del copione. “L’obiettivo era che i ragazzi, una volta cresciuti, diventassero co-autori del progetto. E così è successo. Serena e Marta hanno scritto il copione, altri ragazzi invece si sono occupati della parte audio e della parte logistica. Noi adulti lasciamo spazio a loro, pur sempre con una supervisione. L’argomento che trattiamo è delicato, quindi bisogna fare attenzione a cosa si dice e come lo si dice”, aggiunge Salvai.
Tutto è nato chiedendosi se davvero la situazione di oggi sia cambiata rispetto al passato. Fondamentale è stata la testimonianza di Domenico Pezzimenti, vigonese molto attivo in paese, sull’esperienza del padre Leone, prigioniero di guerra e sopravvissuto. “Domenico lo conosciamo tutti e ci conosce personalmente, con le sue parole ci ha aiutato ad avvicinare i ragazzi alle tematiche trattate. Trovarsi avanti a una persona che ha avuto un famigliare che ha attraversato una situazione così negativa e poi riflettere su situazioni attuali e luoghi come Gaza in cui ancora oggi la guerra c’è aiuta a capire che il Male è qualcosa che dobbiamo combattere quotidianamente”, spiega Racca.
C’è stato un lavoro di preparazione e studio insieme ai bambini e ragazzi, dalla prima elementare alla terza media, coinvolti nella realizzazione. “Abbiamo svolto una serie di attività prima, tra cui la visita della mostra Memo4345 a Borgo San Dalmazzo, dove i più piccoli hanno potuto comprendere meglio alcune concetti e parole che magari sembravano un po’ complicate, come ‘genocidio’.”
Il titolo ‘La vita è bella’ è un chiaro riferimento al film di Roberto Benigni, a cui la messa in scena si è ispirata. “Il bambino, che è felice di aver vinto il gioco e non si rende conto di quello che è successo, inizia a domandarsi: ‘Ma l’umanità ha davvero vinto?’. E qui inizia la riflessione. Anche se l’umanità non ha vinto, c’è un messaggio di speranza alla fine, anche perché trattando con i bambini non ci piace abbatterli o dare zero speranze per il futuro. Noi ragazzi di oggi ed essenza dell’umanità del futuro possiamo costruire giorno dopo giorno un’umanità che vince, in grado di mettere da parte l’odio”.
Per riprodurre questo concetto sono state ricreate delle porte, su cui inizialmente c’era un messaggio negativo, ad esempio ‘Vietato l’ingresso alle donne’ o ad altre categorie discriminate, così come nel film Guido e Giosuè si ritrovano davanti al cartello ‘Vietato l’ingresso agli ebrei e ai cani’. “Noi le abbiamo poi trasformate in messaggi positivi: ‘Vietato l’accesso all’odio’, ‘Vietato l’accesso alla segregazione’, Vietato l’accesso alle guerre’.
Alla rappresentazione hanno preso parte anche due esperti del settore musicale: Elena Ghione, che studia al conservatorio di Cuneo, ha cantato con i ragazzi alcune canzoni scelte appositamente in base alle tematiche, e Fabrizio Sandretto, conosciuto come pianista del buio, ha accompagnato i momenti di pausa con la sua musica al pianoforte. “La musica è una componente che c’è sempre stata, anche negli spettacoli degli anni scorsi. Abbiamo cercato canzoni adatte a ciò di cui abbiamo parlato, perché la musica è un aspetto che arricchisce”, spiega Racca.
La Pro loco Junior ogni anno sceglie un tema che riguarda la Shoah e tutto ciò che è successo in quel periodo, anche non esclusivamente legato agli ebrei. Già adesso si sta pensando a quello del prossimo anno, sempre nell’ottica di riflettere sul fatto che il passato c’è stato, ma ora c’è anche un presente difficile che bisogna tenere in considerazione.