Eventi - 26 febbraio 2025, 09:31

La storia dell’alpinismo femminile a Cinema in Verticale con Linda Cottino

Appuntamento il 27 febbraio a Condove

Cinema in Verticale è una rassegna dedicata al cinema, alla cultura e agli sport di montagna, nata nel 1999 come anteprima del Valsusa Filmfest, storico festival cinematografico e culturale di comunità la cui 29^ edizione si svolgerà nei mesi di marzo e aprile in diversi comuni della bassa e alta Valle di Susa.

 

In collaborazione con il Comune di Condove, giovedì 27 febbraio 2025, alle ore 20:45 presso la biblioteca comunale Margherita Hack della cittadina valsusina e come sempre ad ingresso gratuito, si terrà un evento dedicato alla storia dell’alpinismo femminile. Protagonista della serata sarà Linda Cottino, giornalista ed esperta di cultura della montagna, che terrà una conferenza ispirata al suo libro "Una parete tutta per sé. Le prime alpiniste: sette storie vere" (Bottega Errante Edizioni).

 

Una bella occasione di riflessione sulla storia e sul ruolo delle donne nell’alpinismo, tra sfide, resistenza e conquiste in un lungo percorso di accettazione e indipendenza, contro i pregiudizi del mondo maschile.

 

Il titolo del libro richiama esplicitamente “Una stanza tutta per sé” di Virginia Woolf, e si ricollega simbolicamente all’emancipazione femminile anche in ambito alpinistico. Così come la scrittrice inglese rivendicava per le donne uno spazio autonomo per potersi dedicare alla letteratura, anche in montagna le alpiniste hanno dovuto conquistare "una parete tutta per sé", per liberarsi dalla predominanza maschile e affermarsi in libertà. Una connessione che si rafforza ulteriormente se si pensa che proprio nel 1929, anno di pubblicazione del saggio della Woolf, si svolse una delle ascensioni più difficili dell’epoca, sul Grépon, compiuta da una cordata femminile, formata dalle francesi Alice Damesme e Micheline Morin.

 

“Una parete tutta per sé” racconta le vite di Meta Brevoort, la prima grande esploratrice e pioniera sulla Meije nelle Alpi del Delfinato; Marie Paillon, la prima intellettuale della montagna e tra le prime a far cordata femminile con la fortissima Kathleen Richardson; le sorelle Pigeon, con una prima al Monte Rosa; Elizabeth Aubrey Le Blond, fondatrice del Ladies’ Alpine Club. Attraverso le storie di queste sette donne straordinarie, il volume esplora il rapporto tra alpinismo e emancipazione femminile, rivelando le vicende di pioniere che sfidarono convenzioni sociali e pregiudizi per dedicarsi alla scalata.

 

L’autrice ripercorre anche alcune delle tappe fondamentali dell’affermazione femminile nella pratica dell’alpinismo, dagli anni delle prime pioniere dell’Ottocento, a Fanny Bullock Workman, esploratrice statunitense che nel 1906 scalò il Pinnacle Peak in Himalaya nel corso di una delle sue otto spedizioni cartografiche, passando per le scalatrici degli anni ‘30 come Mary Varale, Ninì Pietrasanta e Paula Wiesinger, fino ai grandi exploit degli anni ‘70 e ‘80, con le prime ascensioni femminili sugli Ottomila e le competizioni di arrampicata che hanno ridotto il gap di genere sulle alte difficoltà. In particolare, il libro racconta la storica impresa di Lynn Hill, che nel 1993 fu il primo essere umano a percorrere in libera la via del Nose su El Capitan, dimostrando come l’alpinismo femminile non fosse più relegato in secondo piano.

La sua ricerca è nata dalla scoperta della storia, a lungo dimenticata, delle otto alpiniste sovietiche intrappolate in una bufera sul Pik Lenin nel 1974, vicenda che ha acceso il suo interesse per il contributo delle donne all’alpinismo. 

comunicato stampa