Cultura e spettacoli - 26 febbraio 2025, 06:50

Teatro, Silvia Gallerano e Alessia Giangiuliani: "Raccontiamo i tormenti e i conflitti morali delle 'assaggiatrici' di Hitler"

Liberamente tratto dal romanzo di Rosella Postorino, vincitore del Premio Campiello 2018, lo spettacolo va in scena a Venaria. Le attrici: "Mettiamo in scena le debolezze umane, le scelte dolorose, i travagliati conflitti interiori di chi è al contempo vittima e carnefice"

Vittime e allo stesso tempo carnefici, condannate a morte e allo stesso tempo privilegiate: le "assaggiatrici" di Adolf Hitler hanno vissuto un atroce destino, che le ha viste protagoniste di conflitti interiori, scelte dolorose e tormenti dell'anima, immerse in un vortice di complicità e repulsione con un solo scopo: salvarsi la vita.

Parla di tutto questo lo spettacolo "L'assaggiatrice di Hitler", in scena al Teatro Concordia di Venaria mercoledì 26 febbraio con protagoniste Silvia Gallerano, prima attrice italiana a vincere il The Stage Award for Acting Excellence come Best Solo Performer all’Edinburgh Festival Fringe, e Alessia Giangiuliani. Lo spettacolo, liberamente tratto dal romanzo "Le Assaggiatrici" di Rosella Postorino, vincitore del Premio Campiello 2018, porta in scena la drammatica vicenda della giovane berlinese Rosa Sauer.

Una storia di paura, amicizia e sopravvivenza

Il Führer, ossessionato dal timore di essere avvelenato, imponeva a un gruppo di donne di testare il cibo prima che gli venisse servito. Il compito, apparentemente banale, era in realtà una sentenza di morte quotidiana, in cui ogni boccone poteva essere l'ultimo. Nel romanzo, questa storia viene narrata direttamente da Rosa, che racconta di lei e di altre 9 donne costrette allo stesso terribile ruolo. Nella messa in scena teatrale, a dare voce alla protagonista sono entrambe le attrici, che si alternano nel ruolo di Rosa e in tutti gli altri.

Così Silvia Gallerano e Alessia Giangiuliani: "La scelta del regista Sandro Mabellini è stata di non farne una pièce con tutti i personaggi, né una narrazione teatrale classica, con una sola persona sul palco a raccontare, ma di creare un'atmosfera evocativa, mettendo noi due attrici con ruoli intercambiabili. C'è uno sdoppiamento della protagonista, che è tangibile ma anche interiore, costretta com'è in un contesto di conflitto, di guerra, di annullamento dell'individualità e del proprio corpo. E proprio in questo senso la presenza di noi due nel ruolo, permette a Rosa di guardarsi allo specchio, del vedersi compiere azioni come fosse dall'esterno, non padrona di scegliere quello che vorrebbe, una sorta di scollamento e presa di distanza da una realtà che invece le viene imposta e che è costretta a vivere".

Quanto è stato difficile questo sdoppiamento?
"Partiamo da una materia simile ma portiamo caratteristiche molto differenti. Rosa grazie a noi diventa un personaggio ancora più sfaccettato. Lo sdoppiamento del ruolo gli dà una maggiore complessità. Noi due come persone, poi, siamo molto diverse, anche se con questo spettacolo stiamo cominciando ad assomigliarci sempre di più...".

Che tipo di donna è Rosa?
"Rosa rappresenta una donna che non si ribella, che accetta il proprio destino per fame e paura, eppure il suo tormento interiore la rende profondamente umana e tragicamente attuale".

Che spettacolo è "L'assaggiatrice di Hitler"?
"Sinceramente è un testo bellissimo, scritto benissimo. Tanto più che la gran parte delle nostre battute, dei nostri racconti, sono quelli originali del romanzo di Rosella Postorino. La storia è forte, è tosta, non solo per ciò che racconta, ma anche per il modo in cui lo fa. C'è un'attenzione particolare all'introspezione e al conflitto morale di queste donne, specie quello di Rosa, che si trova prigioniera di un ruolo che la obbliga a essere nei fatti complice del regima nazista. La sua sopravvivenza va infatti di pari passo a quella di Hitler, con cui si crea un legame forte, conflittuale ma anche di complicità, di corpi. L'allestimento, poi, punta a una sintesi fra parola, corpo e ambientazioni sonore per trasportare lo spettatore in un'atmosfera carica di tensione e suspense".

Quanto è importante il contesto storico in questa storia?
"Il contesto storico è molto presente, ovviamente. Ma lo sguardo è quello di un singolo essere umano, della sua realtà all'interno di quel contesto. Per capirci, non c'è un'analisi storica del nazismo, ma è la narrazione del ruolo di assaggiatrice per Hitler a raccontarlo nella sua pienezza e nella sua atrocità. Emergono le contraddizioni e le ambivalenze che sono umane. Rosa sente la colpa a cui si espone diventando complice di Hitler, ma allo stesso tempo sa di non avere alternative. Capisce che la sua vita è legata a quella del Führer".

Il ruolo delle "assaggiatrici"?
"Eh, è molto affascinante. I quel contesto, il pasto quotidiano diventava un rituale di paura e rassegnazione, ma anche un momento di forte connessione tra le protagoniste. Rosa racconta che quelle dieci donne erano un piccolo esercito: sia alzavano al mattino e non sapevano se sarebbero arrivate vive alla sera. Non erano al fronte, ma erano comunque in prima linea e andavano a compiere una missione molto pericolosa. Il paradosso è che la compivano assaggiando cibo prelibato in un'epoca in cui la gente moriva di fame".

Che reazione vi aspettate dal pubblico?
"E' uno spettacolo molto forte, tosto, che ti arriva tutto addosso. Sia per il periodo storico raccontato, ma soprattutto per le domande che pone. Quanto siamo complici degli eventi storici che viviamo, o di qualunque cosa ci capiti intorno? Possiamo davvero essere distaccati dal contesto dove viviamo o saremo sempre e comunque portati a fare scelte che ci renderanno complici degli eventi? Questo tema non è leggero, le persone ne restano colpite, gli spettatori vengono spesso a farci questo tipo di considerazioni".

E del pubblico torinese in particolare che idea vi siete fatte?
"Io - dice Alessia - mi sono formata al Teatro Stabile, conosco bene la città. Penso che i torinesi apprezzeranno questo testo, che è scritto molto bene e comunica in modo forte delle riflessioni importanti". "Io - aggiunge Silvia - a Torino ricordo un pubblico attento, non troppo reattivo. Per un testo del genere è probabilmente perfetto".

 

INFO

Mercoledì 26 febbraio, ore 21
Teatro Concordia, Corso Puccini, Venaria Reale (TO)
Biglietti: Intero 20 euro, ridotto 18 euro
Prenotazioni: www.teatrodellaconcordia.it tel. 011.4241124 info@teatrodellaconcordia.it