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Economia e lavoro | 24 febbraio 2025, 18:42

Nel dolce mondo della Galup a Pinerolo: se il sapore dei lievitati mantiene i tratti di un’artigianalità inattesa

La lavorazione delle colombe pasquali e dei Krumiri rossi seguita passo passo, scoprendo così di non essere all’interno di un’industria guidata dall’intelligenza artificiale, ma di un laboratorio nel quale la manualità umana gioca ancora un ruolo di primissimo piano

Viaggio nel dolce mondo della Galup a Pinerolo

Viaggio nel dolce mondo della Galup a Pinerolo

La Galup è un’azienda dolciaria i cui prodotti, se per un verso sono posizionati sul mercato di settore ad un livello molto elevato, per l’altro possono tranquillamente essere reperiti anche sugli scaffali della grande distribuzione.

Del resto i numeri parlano chiaro: nel periodo da ottobre a dicembre, nello stabilimento di Pinerolo vengono confezionati ben 12.000 panettoni più 2000 pandori al giorno, così come nel più breve periodo prepasquale ogni giorno vengono sfornate bene 8.000 colombe.

Ora, proprio di fronte a questi numeri, si potrebbe legittimamente pensare che a dare questi risultati siano linee di produzione completamente meccanizzate ed informatizzate, magari persino guidate dall’Intelligenza Artificiale. Non posso dunque che ammettere una certa meraviglia nell’aver scoperto, visitando l’azienda nel corso di un press tour, di trovarmi invece di fronte ad una realtà nella quale l’artigianalità continua ad essere centrale, non senza una precisa ricaduta sulla qualità dei prodotti via via sfornati. 

L’artigianalità come elemento della storia della Galup 

Questa attenzione all’artigianalità, in casa Galup, non è certo un caso. A fondare questa azienda a Pinerolo, oltre cent’anni fa, fu infatti un pasticciere che in qualche modo ripensò il panettone in una versione piemontese quasi contrapposta a quella milanese. E Pietro Ferrua – questo è il nome del pasticciere in questione – decise che proprio il panettone lo avrebbe fatto più basso, e con la glassa di nocciole.

E chissà che non sia stata proprio quest’ultima, creata a partire da un prodotto da sempre molto apprezzato in Piemonte, ad aver permesso a Ferrua di fregiarsi ben presto del titolo di fornitore della Real Casa. Sia come sia, per la pasticceria di Ferrua, chiamata dal suo stesso fondatore col nome di Galup, cominciava un’avventura che l’avrebbe condotta ad essere un’affermata azienda dolciaria destinata, ad oltre cent’anni dall’inizio della sua storia, a non smarrire per nulla la sua identità originaria.    

Continuare a lavorare con le mani  

Ad evidenziare come l’artigianalità continui a rappresentare un punto di forza della Galup di Pinerolo è un inconveniente capitato proprio nel giorno della mia visita. Lungo il percorso infatti, dopo aver assistito all’impacchettamento delle colombe pasquali delle linee di punta, fatto a mano da alcune signore dai cui gesti traspariva ad un tempo un’abilità e una cura straordinarie, eccoci di fronte ad alcune loro colleghe impegnate invece a imprimere anch’esse a mano ai Krumiri la “piegatura” che li contraddistingue.

Di fronte allo stupore dei colleghi e mio sul fatto che questa operazione venisse ancora fatta manualmente, ci è stato spiegato che in realtà essa viene fatta meccanicamente. Essendosi però guastato il macchinario in questione, si stava procedendo a mano. Mostrando però, anche in questo caso, come in chi effettuava la “piegatura” dei Krumiri continuasse a permanere una manualità mai smarrita, nonostante l’avvento delle moderne linee di produzione. 

Un’azienda profondamente legata al territorio 

La storia della Galup, pur capace di declinarsi brillantemente in un presente che richiede di rispondere alle mutate esigenze del mercato con dinamica duttilità, si respira però non solo nel tratto artigianale che dell’azienda dolciaria costituisce una sorta di ineliminabile imprinting originario. Essa affiora infatti con forza anche dal forte legame che questa realtà produttiva ha saputo mantenere col suo territorio di origine. L’aria di famiglia che vi si respira non è solo un’impressione.

Molti dipendenti infatti – e lungo il nostro percorso gli esempi sono davvero stati numerosi – sono a loro volta figli o nipoti di dipendenti, in diversi casi piuttosto giovani e impegnati a studiare, contemporaneamente al lavoro, in funzione del ruolo che andranno a ricoprire. Ed è questo ad attestare come la Galup, che a Pinerolo conta su un organico di quaranta persone cui se ne aggiungono una sessantina nei “momenti caldi” dell’anno, sia vissuta da questo territorio come un pezzo decisivo dell’economia locale.

Un aspetto destinato a incidere significativamente anche sulla crescita di qualità di un prodotto che ormai, dopo aver raccolto forti apprezzamenti in numerosi stati europei, sta ora consolidando il suo posizionamento anche ad un livello più globale sia nel Nord America che in Australia.

Piergiuseppe Bernardi

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