“Di noi 4” è un film che parla di trentenni, scritto da trentenni, con problemi da trentenni. La prima del film tutto girato a Torino sarà il 24, 25 e 26 febbraio al cinema Fratelli Marx.
Protagonisti sono quattro giovani formatisi al Teatro Stabile: Giovanni Anzaldo, Giulia Rupi, Elio D’Alessandro e Roberta Lanave. La regia è invece di Emanuele Gaetano Forte, ma il lungometraggio è frutto di un lavoro collettivo e condiviso, in fase di scrittura e di set, anche dagli attori e autori Giovanni Anzaldo e Giulia Rupi. Insieme formano il gruppo creativo Mumble Group, collettivo che racconta, in profondità ma con ironia, storie immerse nella contemporaneità.
Abbiamo chiesto al torinese Giovanni Anzaldo di raccontarci come è stato girare quest’esperienza nella città in cui è nato e cresciuto.
“Questo è il classico film che ha una sola location, è girato in un piccolo appartamento che rispetta gli standard dei trent’anni di oggi che non se la passano così bene. Siamo in zona Vanchiglia, io ci sono nato e cresciuto, gli altri attori hanno studiato con me allo Stabile e hanno stabilito un rapporto famigliare della città, alcuni ci vivono ancora. È una città che permette molti appigli alla fantasia. Nel film in realtà si vede poco e niente, ma in qualche maniera questi quattro personaggi trasudano quella torinesità in cui mi riconosco. Sono proprio quei ragazzi che come me hanno bazzicato quei locali come i Murazzi”.
Una storia quindi universale anche se girata nella nostra città?
“Sì, al centro c’è quel momento in cui sei a cavallo tra i venti e i quarant’anni in cui tutti stanno mettendo radici. Abbiamo cercato di raccontarla in maniera comica. Questi ragazzi cercano di trovare un modo alternativo di fare quello che vorrebbero, ma che non possono. Potrebbe essere una follia per molti, ma potrebbe essere anche una soluzione alternativa di fronte all’idea di fare un figlio che per noi trentenni di oggi può essere complesso. Oggi non c’è più una rete protettiva come una volta, adesso ci sono gli amici, la famiglia alternativa. Siamo sempre più isolati, l’amico può permetterti di vivere la famiglia. È una cosa stimolante cercare un’alternativa. Lo è stato anche per il nostro film: avevamo pochi soldi, forse il futuro del film non ci sarebbe stato, ma quanto meno ci siamo detti, ci siamo divertiti”.
Il tuo personaggio, Giamma, avete dei punti in comune?
“Il mio è un personaggio un po’ per così dire cazzone, ma è il più leggero e che supporta la folle idea di spartirsi un figlio in quattro. Diciamo che si porta dietro la difficoltà che forse abbiamo tutti di avere grandi ideali, ma poi al lato pratico, sono di difficile realizzazione. A volte anche io sono leggero, ma diciamo che per fortuna non così tanto”.
Mumble Group, come è nata l’idea e come proseguirà?
“Volevamo fare un tipo di cinema indipendente sullo stile di quello americano, come dei Duplass Brothers, con uno stile grezzo, anche a livello fotografico, ma con una grande cura per gli attori. Ecco anche nel nome abbiamo scelto questa cosa del parlarsi un po’ addosso, è una cosa che ci piace, i protagonisti delle storie che amiamo sono persone che cercano soluzioni nella vita parlandosi addosso in maniera confusa. A noi piace la confusione perché credo sia una strada creativa per trovare la vera profondità dell’animo umano. Per il futuro vorremmo sempre parlare di queste storie attuali, ad esempio adesso stiamo scrivendo una storia legata al rapporto di coppia di oggi”.
Come attore trentenne, cosa ne pensi delle opportunità professionali che dà Torino?
“A livello teatrale funziona molto. Lo Stabile è veramente una fucina di attori e attrici che trovano una collocazione. A livello filmico, però Torino è bloccata. Per esempio Lidia Poêt, i ruoli principali sono decisi a Roma. A Torino i casting della Film Commission sono solo per piccoli ruoli. È un peccato, ci dovrebbe essere maggiore attenzione ai talenti torinesi, non destinarli a parti marginali”.
Prossimi progetti per la carriera?
“A marzo sarò in tour con Toccando il vuoto. MI dedicherò molto al teatro e poi ho in fase di pubblicazione un terzo romanzo che fa parte del mio sogno nel cassetto. Poi ovviamente spero in un prossimo film per Mumble Group”.