A 80 anni dalla Liberazione d'Italia dall'occupazione nazi-fascista, l'associazione Avvalorando in collaborazione con il Mau - Museo d'Arte Urbana di Torino, Istoreto e Anpi Martinetto rende omaggio alle vittime della Resistenza, con un'opera dedicata al piccolo Domenico Luciano, giovane staffetta partigiana, ucciso il 23 febbraio 1945 dai fascisti a soli 11 anni. L'appuntamento domenica 23 febbraio alle 17 in via San Rocchetto 34.
Un piccione viaggiatore trafitto da un proiettile e una busta che cade dal becco: questo il tema che l'artista ha scelto per creare l'opera. L'artista è Mrfijodor, il torinese Fijodor Benzo, attivissimo nella street Art, il quale ha realizzato, come nel suo stile, un'opera con soggetti dalle forme elementari ma fortemente cariche di significato.
Figlio e fratello di partigiani, Domenico Luciano, noto come "Undici" per la sua giovane età, nascondeva nella cartella di scuola informazioni e notizie. Il 23 febbraio 1945 si trovava con un gruppo di partigiani in un cascinale nelle campagne di Givoletto, quando l'edificio fu circondato dai repubblichini. Alle prime luci del giorno ebbe luogo un lungo conflitto a fuoco al termine del quale si decise di far uscire il ragazzo ad agitare un pezzo di stoffa bianco in segno di resa. Il ragazzo, allora, fu raggiunto da una raffica di mitra e ucciso.
A lui e al suo sacrificio, simbolo della lotta per la Liberazione, è dedicata l'opera di via S. Rocchetto 34 a Torino, che sarà inaugurata il 23 febbraio 2025, esattamente ad ottant'anni dalla sua vile uccisione. Il piccolo Domenico viveva nel quartiere Campidoglio e proprio nell'affascinante cortile di Via San Rocchetto, già storica sede di una sezione del PCI, esiste una lapide in sua memoria.
L'artista ha scelto di rendere omaggio a Domenico Luciano utilizzando l'archetipo di un piccione viaggiatore, simbolo di libertà e comunicazione. "Il piccione viaggiatore nella sua funzione di portatore di messaggi, rappresenta l'essenza di Luciano Domenico - spiega Fijodor Benzo -, un messaggero coraggioso, sempre pronto ad affrontare le intemperie e i pericoli della vita. Ho scelto di narrare questo fatto drammatico in modo non eccessivamente cruento; la mia intenzione è quella di evocare una riflessione profonda su come il coraggio e la dedizione di individui come Luciano Domenico possano essere soffocati dalla violenza, ma anche di sottolineare l'importanza del messaggio che portano con sé. In questo modo, il piccione viaggiatore diventa non solo un simbolo di una vita spezzata, ma anche un richiamo alla memoria e alla responsabilità collettiva, affinché il sacrificio di giovani come Undici non venga dimenticato".