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Economia e lavoro | 21 febbraio 2025, 18:18

L’imprenditoria in Piemonte parla un’altra lingua: crescono le attività di nati all’estero e Torino fa da traino

In dieci anni sono oltre 14 mila in più, mentre quelle non straniere si sono ridotte. Gian Paolo Coscia: "Un segnale di dinamismo e apertura del nostro tessuto economico"

L’imprenditoria in Piemonte parla un’altra lingua: crescono le attività di nati all’estero

L’imprenditoria in Piemonte parla un’altra lingua: crescono le attività di nati all’estero

Aumentano le imprese straniere in Piemonte. Un trend che è andato intensificandosi nell’ultimo decennio come riporta l’analisi di Union Camere. 

A fine dicembre 2024 le imprese straniere registrate in Piemonte hanno raggiunto quota 53.8391.625 in più rispetto a dodici mesi prima (+3,1%), a conferma della tendenza espansiva che caratterizza questa componente del sistema imprenditoriale da oltre un decennio. Al contrario, le imprese non straniere hanno registrato una nuova riduzione (-1,3%, -4.871 imprese). 

In dieci anni oltre 14mila aziende in più

Rispetto a fine 2014, infatti, il Registro imprese delle Camere di commercio segnala la presenza di oltre 14mila aziende in più guidate da nati all’estero, mentre lo stock di imprese non straniere si è ridotto di quasi 42mila unità. Oggi le aziende guidate da stranieri rappresentano il 12,8% del totale regionale, a fronte dell’8,8% di fine 2014. 

Le quasi 54mila imprese guidate da nati al di fuori dei confini nazionali e censite in Piemonte rappresentano l’8,1% delle 666.767 aziende straniere registrate in Italia, che a loro volta costituiscono l’11,3% delle imprese complessivamente censite presso i Registri delle Camere di commercio localizzate sul territorio nazionale. 

Ma il Piemonte è dietro a molte regioni

A livello geografico, la Liguria è la realtà con la maggiore incidenza di aziende straniere sul totale delle imprese registrate nel territorio regionale (16,7%), seguita da Toscana (16,4%), Friuli-Venezia-Giulia (14,5%), Emilia-Romagna (14,1%), Lombardia (14,0%) e Lazio (13,3%). 

“L'aumento delle imprese straniere è un trend che va letto come un segnale di dinamismo e apertura del nostro tessuto economico. Gli imprenditori nati al di fuori dei confini nazionali, spesso portatori di nuove competenze e idee, contribuiscono a rafforzare la competitività del Piemonte e a creare nuove opportunità di lavoro: per questo è fondamentale che le istituzioni e le associazioni di categoria lavorino sinergicamente per supportarli nel loro percorso di crescita, semplificando le procedure burocratiche e offrendo servizi di consulenza e accompagnamento così come cerchiamo di fare da anni come Sistema camerale piemontese" commenta Gian Paolo Coscia, Presidente Unioncamere Piemonte.

Edilizia, ma anche commercio e servizi

Il principale comparto di attività delle imprese piemontesi guidate da stranieri è, in valore assoluto, quello delle costruzioni, che assorbe il 33,1% del totale delle realtà imprenditoriali, seguito dal commercio(23,9%) e dagli altri servizi (21,6%). Il 9,1% delle imprese opera nel turismo, il 5,9% è attiva nell'industria in senso stretto e solo il 2,2% nell'agricoltura. Valutando, invece, la presenza di stranieri alla guida di imprese a livello di singolo settore di attività, si osserva una maggior specializzazione nelle costruzioni, nel turismo e nel commercio, dove le aziende guidate da nati all’estero rappresentano rispettivamente il 27,3%, il 16,7% e il 14,1% delle realtà operanti nel comparto.

Per la maggioranza sono ditte individuali  

Dall’analisi per classe di natura giuridica, si osserva come il 79,7% delle imprese guidate da stranieri assuma la forma di ditta individuale, il 6,8% sia una società di persone, mentre il 12,8% (quota doppia rispetto al 5,8% di dieci anni fa) sia strutturata come società di capitale. Le altre forme giuridiche, in cui trovano spazio le cooperative, pesano lo 0,7%.

La componente straniera dell’imprenditoria piemontese evidenzia una struttura organizzativa meno strutturata rispetto al sistema imprenditoriale considerato nel suo insieme, prediligendo di gran lunga la forma della ditta individuale (le aziende guidate da nati all’estero e costituite nella forma di ditta individuale rappresentano ben il 18,3% delle realtà regionali con la stessa natura giuridica, le società di capitale solo il 7,4%).

Torino traina l’imprenditorialità straniera

Analizzando l’imprenditoria straniera in base al territorio d’insediamento emerge come, anche nel 2024, circa 6 imprese straniere su 10 di quelle registrate in Piemonte trovino la propria sede legale in provincia di Torino; seguono i territori di Cuneo e Alessandria, con quote pari rispettivamente a 9,8% e 9,3%. Le realtà provinciali in cui le imprese guidate da immigrati rivestono un’importanza maggiore sul relativo tessuto imprenditoriale sono quelle di Torino (14,9%) e Novara (13,0%); Cuneo (8,2%) e Biella (7,1%) sono, al contrario, quelle in cui la presenza di stranieri alla guida delle imprese del territorio risulta inferiore.

La tendenza espansiva delle imprese straniere ha coinvolto, tra il 2023 e il 2024, la totalità delle province piemontesi e dei settori di attività economica, a differenza di quanto rilevato per le aziende guidate da nati in Italia, caratterizzate da diffuse contrazioni delle rispettive basi imprenditoriali.

Ma a Cuneo crescono di più

A livello territoriale, le crescite più sostenute hanno riguardato le province di Cuneo (+7,4%) e Biella (+4,6%), le meno rilevanti Torino (+2,4%), Verbano C.O. (+2,8%) e Vercelli (+2,8%). 

L’evoluzione della consistenza delle imprese straniere si è tradotta, anche nel 2024, in una decisa crescita delle società di capitale (+10,4%) e di una più contenuta delle ditte individuali (+2,6%). Al contrario, le imprese costituite con altra forma giuridica hanno registrato un deciso arretramento rispetto alla fine del 2023, mentre è risultata stabile la consistenza delle società di persone.

A livello settoriale, infine, le attività del turismo (+5,0%) e degli altri servizi (+4,7%) hanno messo a segno le progressioni di intensità maggiore, seguite da costruzioni (+3,7%) e industria in senso stretto (+3,7%), mentre per l’agricoltura e il commercio lo sviluppo delle rispettive basi imprenditoriali è risultato prossimo al punto percentuale.

Redazione

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