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Sanità | 19 febbraio 2025, 11:24

Miracolo alle Molinette: salvata la vita a un uomo che aveva un tumore di 20 centimetri sul cuore

La massa comprimeva, oltre al muscolo cardiaco, anche il polmone sinistro: sono servite 10 ore di intervento dopo che in tanti non se l'erano sentita di operare

radiografia ai polmoni

Un uomo aveva un tumore di 20 centimetri su cuore e polmoni

Una massa tumorale di venti centimetri che gli comprimeva il cuore e parte del polmone sinistro. Era la condizione in cui si trovava un paziente di 55 anni che è stato salvato dai medici delle Molinette.

Polmone e cuore oppressi

I sintomi che presentava l'uomo sono apparsi subito chiari: gli manca il fiato a causa di un grosso timoma (una neoformazione del timo) che è cresciuta a dismisura nell’emitorace di sinistra. Nonostante la chemioterapia, la massa tumorale continua a crescere fino a invadere perfino il cuore. A questo punto non resta che l’asportazione chirurgica. Ma l’intervento è molto pericoloso: il caso viene valutato da più centri, ma nessuno se la sente di affrontare una situazione ai limiti dell’operabilità. Il paziente si rivolge quindi alla Chirurgia Toracica dell’ospedale Molinette della Città  della Salute di Torino, che è un centro di riferimento italiano ed europeo per la patologia della ghiandola del timo. I chirurghi toracici, di concerto con i cardiochirurghi, accettano la sfida. L’intervento, della durata complessiva di oltre dieci ore, viene eseguito con una tecnica mai usata prima per l’asportazione dei timomi.

Dieci ore di intervento

Per rimuovere il tumore, infatti, non è sufficiente aprire completamente il torace e la cavità pleurica. Bisogna aprire anche il sacco che contiene il cuore, il pericardio, per avere accesso alle strutture vascolari più profonde che nascono proprio dietro al cuore. Allo stesso tempo però il cuore deve continuare a battere: da qui l’intuizione di spostare il cuore con uno strumento particolare che attaccato all’apice del muscolo cardiaco, con un lungo e delicato bacio, riesce a sollevare il cuore mantenendolo battente praticamente fuori dal torace. In questo modo i chirurghi possono asportare in completa sicurezza ed in maniera radicale la massa tumorale. Ad eseguire il delicato intervento il professor Massimo Boffini della Cardiochirurgia universitaria (diretta dal professor Mauro Rinaldi), dal professor Enrico Ruffini e dal dottor Paraskevas Lyberis della Chirurgia Toracica universitaria dell'ospedale Molinette. L’équipe chirurgica è stata coadiuvata dall’anestesista Tommaso Pierani della Cardiorianimazione, coordinata dalla dottoressa Anna Trompeo, dai medici specializzandi di cardiochirurgia dottor Gerlando Mallia e di chirurgia toracica dottor Filippo Terrando e dal personale infermieristico dedicato della cardiochirurgia.

 

"Come un bacio"

L’intervento è stato possibile grazie all’impiego di un piccolo conetto – spiega il professor Boffini - collegato ad un braccio malleabile che, creando il vuoto, riesce a mantenere il cuore in posizione verticale, garantendo allo stesso tempo al cuore di spingere il sangue in tutto il corpo. Questo strumento si chiama posizionatore cardiaco e funziona proprio come se desse un lungo bacio al cuore a cui viene collegato. E’ usualmente utilizzato per gli interventi di rivascolarizzazione miocardica a cuore battente, senza l’utilizzo della circolazione extracorporea ed in questo caso ha permesso di raggiungere agevolmente le vene polmonari di sinistra, che sono dietro al cuore e che dovevano essere suturate per la rimozione della massa”.

 

Mediante questa tecnica complessa - spiega il dottor Paraskevas Lyberis - le due équipe hanno potuto coordinarsi e collaborare. Infatti dopo l’apertura del torace sono stati isolati il polmone di sinistra ed il cuore. Con un meticoloso e complesso isolamento di tutti i vasi, il tumore ed il polmone sinistro ormai non più funzionante perchè invaso dalla neoplasia, sono stati asportati in sicurezza. Anche il diaframma (il muscolo che separa il torace dall’addome) coinvolto dalla malattia è stato in parte asportato e ricostruito”.

L’approccio multidisciplinare ha permesso di compiere questo intervento così complesso e rischioso. E’ l’ennesima dimostrazione dell’eccellenza che l’ospedale Molinette e la Città della Salute di Torino rappresentano per la nostra regione e di come siano un punto di riferimento a livello nazionale ed internazionale”, dichiara Federico Riboldi, assessore alla Sanità della Regione Piemonte.

Ancora una volta un risultato sorprendente che apre la strada a futuri interventi di chirurgia toracica su pazienti che potranno beneficiare della grande esperienza e competenza dei professionisti di un ospedale all’avanguardia come le Molinette” commenta Emanuele Ciotti, direttore generale facente funzioni della Città della Salute di Torino.

Massimiliano Sciullo

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