Pinerolo assegna la gestione calore per 9 anni ad Acea. La decisione, già presa dalla Giunta a fine anno, è stata ratificata ieri in Consiglio comunale a larghissima maggioranza: astenuto solo Dario Mongiello di Pinerolo Trasparente.
Il voto su questa delibera avrebbe dovuto tenersi dopo la cessione del ramo d’azienda del servizio idrico a Smat, ma questa proposta verrà discussa stasera, mercoledì 19, per dare tempo di esaminare i rilievi dei revisori dei conti.
L’Amministrazione Salvai, con questo affidamento, vuole dare un segnale politico: “L’abbiamo messa nello stesso Consiglio della cessione del servizio idrico, perché è un pezzetto per ricostruire l’azienda” precisa il primo cittadino. Una scelta fatta anche da altri Comuni, come Roletto, e che Salvai spera venga seguita anche da altri municipi che, a oggi affidano, la gestione del riscaldamento dei loro immobili ad altre aziende. Pinerolo invece si stava già rivolgendo ad Acea, ma l’accordo era in proroga e bisognava definirne uno nuovo pluriennale. Le proposte vagliate dall’energy manager, l’ingegner Stefano Perassi, e il responsabile comunale del procedimento, l’ingegner Franco Bocchetto, sono state due: oltre a quella di Acea Servizi Strumentali (la società del gruppo che gestisce il calore, mentre Acea Pinerolese Industriale fornisce energia termica tramite il teleriscaldamento) c’era quella di Engie Servizi Spa, che rientra nella convenzione per le pubbliche Amministrazioni Consip (società statale che funge da centrale acquisti per Comuni e altri enti pubblici).
Secondo i calcoli dell’energy manager l’offerta Consip avrebbe un costo complessivo di 9.648.620,05 euro, contro i 9.103.852,57 di Acea. Ma il vantaggio non sarebbe solo questo. Il canone annuo di Consip comprende anche gli investimenti e andrebbe pagato con la spesa corrente, capitolo di bilancio che finanzia il funzionamento della macchina comunale e le cui risorse sono sempre da gestire con particolare cura. La soluzione di Asst invece scomputa gli investimenti, permettendo al Comune di decidere quando sostituire caldaie o altri impianti, pagando gli interventi con i fondi in conto capitale, ovvero quelli dedicati proprio agli investimenti in opere pubbliche, su cui c’è una maggior flessibilità di utilizzo e non c’è bisogno di tagliare dei servizi.