Crescono le allerte alimentari e per questo Coldiretti intende portare avanti le proprie battaglie con ancora più convinzione, a partire dalle regole europee sulla sicurezza alimentare fino alla trasparenza sull'etichetta. Ai microfoni di DixTV Franco Ravello, responsabile economico Coldiretti Piemonte, ha spiegato quali sono i problemi e quali le soluzioni per trovare nei propri piatti cibo più sano, sicuro e con più controllo sulla filiera produttiva, che a volte non è come sembra.
Il primo punto chiave sono le regole di produzione ed importazione in Italia ed Europa. L'Italia ha regole più stringenti, anche sugli stessi paesi dell'Unione Europea, ma per importare frutta e verdura non ci sono gli stessi limiti, creando diseguaglianza. Per questo motivo Coldiretti chiede che le regole di importazione seguano le stesse della produzione del paese in cui arrivano. "Il rischio nell'ortofrutta - ha spiegato Ravello - è legato ai residui di principi attivi che vengono utilizzati nella coltivazione. In paesi esteri ma anche all'interno della comunità europea non ci sono le stesse regole che sono rispettate in Italia, dove sono più restrittive. In altri continenti vengono utilizzati fitofarmaci che nel nostro paese sono stati aboliti da 20 o 30 anni. Coldiretti chiede il principio della reciprocità: nel momento in cui vengono importati i prodotti devono rispettare le stesse regole a cui devono sottostare le nostre imprese".
È necessario che i consumatori facciano attenzione alla provenienza dei prodotti e alla loro stagionalità, ma è anche necessario aiutarli, rendendo più chiare e trasparenti le etichette, mezzo importantissimo per conoscere i dettagli di ciò che si sta acquistando: "È necessario fare attenzione alla stagionalità e ai prodotti provenienti dall'Italia, che è lunga e ha una fascia climatica variabile, con una stagionalità apprezzata lungo la penisola e non è il caso andare a consumare prodotti che arrivano dall'estero. È importante che il consumatore abbia la piena consapevolezza e lo possa verificare in etichetta. Coldiretti sta lavorando per cercare di modificare quei regolamenti comunitari che consentono di mettere la bandiera italiana o scrivere Made in Italy per quei prodotti che subiscono una trasformazione sul nostro territorio, come è il caso degli spumanti o dei prosciutti cotti. Bisogna andare ad agire sulla normativa comunitaria che lo permette".
Ma non si tratta solo di sicurezza alimentare: la normativa italiana è più stringente anche sulle condizioni dei lavoratori del settore agroalimentare e sulle norme ambientali, per questo secondo Coldiretti è importante acquistare alimenti locali ed essere informati in modo corretto sulla provenienza dei prodotti e di ogni sua fase di lavorazione. "Il prodotto italiano è mediamente più costoso di quello che arriva dall'estero - ha concluso Ravello - perché a parità di regole le imprese italiane hanno costi maggiori come sulla manodopera, il costo della terra o il costo dell'energia. Consumare italiano dà garanzie non solo di sicurezza alimentare ma anche un valore sociale e ambientale".