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Economia e lavoro | 18 febbraio 2025, 09:31

Coldiretti Piemonte, commercio estero: "Vino primeggia nell’export ed il cibo made in Italy cresce"

L'appello dell'associazione di categoria: "Incrementare gli accordi di filiera per sostenere le produzioni piemontesi"

Coldiretti Piemonte, commercio estero: "Vino primeggia nell’export ed il cibo made in Italy cresce"

Export: vino batte ortofrutta trasformata, salumi ed olio d’oliva. Un primato messo a rischio dalla follia tutta ideologica della Commissione Ue di voler mettere etichette allarmistiche sulle bottiglie. L’export agroalimentare cresce in controtendenza e nel 2024 fa segnare il record di sempre, con un aumento dell’8% in valore rispetto al 2023. E’ quanto emerge da una analisi Coldiretti diffusa in occasione dei dati Istat sul commercio estero nel periodo gennaio-dicembre.

La Germania resta il principale sbocco dei prodotti agroalimentari italiani, con 10,6 miliardi (+6%), mentre gli Usa sono il primo mercato extra Ue per un valore di 7,8 miliardi, in crescita del 17% rispetto all’anno precedente. Seguono Francia, Stati Uniti, Gran Bretagna e Spagna.

In Piemonte, tra i prodotti esportati al terzo posto del podio si trovano i prodotti alimentari e le bevande con una quota del 13,1%. Francia e Germania si confermano rispettivamente primo e secondo mercato di destinazione delle vendite oltre confine, con quote rispettivamente pari al 15,3% e 13,5%. Spostando l’attenzione al di fuori dei confini dell’Ue, gli Stati Uniti si confermano il principale mercato di sbocco, generando una quota dell’8,3% dell’export regionale, seguiti da Regno Unito e Cina, che determinano rispettivamente il 4,2% e il 3,1% delle vendite oltre confine, secondo i dati di Unioncamere Piemonte.

“Questo trend di crescita deve però far sì che vengano incrementati gli accordi di filiera per sostenere le produzioni piemontesi dalla carne bovina alla frutta fino alle nocciole. Serve, quindi, un’attenzione che l’agroindustria virtuosa auspichiamo ponga sempre di più dimostrando disponibilità ad attivare accordi che diano impulso all’economia alimentare piemontese. Per sostenere il trend di crescita dell’enogastronomia nazionale serve agire sui ritardi strutturali dell’Italia e sbloccare tutte le infrastrutture che migliorerebbero i collegamenti tra sud e nord del paese, ma anche con il resto del mondo per via marittima e ferroviaria in alta velocità, con una rete di snodi composta da aeroporti, treni e cargo. Allo stesso tempo, però, serve fermare il fenomeno della contraffazione internazionale, a partire dagli accordi commerciali stipulati dall’Unione Europea, dove è urgente applicare il principio di reciprocità. Secondo un’analisi Coldiretti/Filiera Italia il falso Made in Italy agroalimentare nel mondo è arrivato a valere oggi 120 miliardi di euro”, affermano Cristina Brizzolari, presidente di Coldiretti Piemonte, e Bruno Rivarossa, delegato confederale.

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