Il crocifisso resta in Sala Rossa. Il Consiglio Comunale di Torino ha infatti bocciato la delibera di iniziativa consiliare del capogruppo dei Radicali Silvio Viale, che proponeva di fare un referendum consultivo sulla presenza del simbolo religioso in aula. Un no compatto, con 29 voti contrari e solo uno favorevole.
"Offesa ai cittadini che non si riconoscono nel simbolo"
"Il crocifisso - ha spiegato Viale - non può essere imposto e deve essere una scelta condivisa. Anche il parere del Comitato Interfedi richiama il rispetto". Per l'esponente di maggioranza la presenza è un' "offesa alla sensibilità di quei cittadini che non si riconoscono nel crocefisso o verso chi ritiene non debba essere esposto come fosse una crociata". Non è la prima volta che Viale chiede di rimuovere il simbolo religioso.
E durante il dibattito non sono mancate proteste e tensioni. Il consigliere del PD Angelo Catanzaro ha esposto un cartello contro il ginecologo con su scritto "Viale, Torino ha dei problemi seri: basta provocazioni". Il capogruppo dem Claudio Cerrato ha invece osservato: "Devo riconoscere una certa caparbietà, ma in questo caso il capogruppo sbaglia bersaglio. Andare ad utilizzare risorse pubbliche per fare un referendum per una vicenda della Sala Rossa non è opportuno". "Come Pd rappresentiamo un'ampia parte di torinesità, sia dal punto di vista sociale che religioso: credenti, non, atei e di altre religioni" ha concluso Cerrato.
Cacciato dalla Sala Rossa
Parole che hanno provocato la reazione del Radicale. "Vergogna Pd e centrosinistra: sempre bravi a parlare di libertà quando non vi costa niente", ha detto, prima di essere cacciato dalla Sala Rossa.
In passato il crocifisso era sparito ben due volte: la prima nel 2000 sotto la consiliatura dell'allora sindaco Valentino Castellani. La seconda a dicembre 2022 durante quella attuale di Stefano Lo Russo, riapparendo misteriosamente pochi giorni dopo appeso al muro con il biglietto "Sono tornato".