"A Caccia di Bufale", il titolo dell’ultimo libro di Domenico Beccaria, lascerebbe intravvedere suggestivi scenari di Safari Africani di altri tempi, ma non è così.
Le bufale in questione non sono le femmine del poderoso mammifero, ma le panzane che, a vario titolo, da diversi soggetti, per ovvie ragioni di parte, vengono dispensate a piene mani, senza alcun ritegno. Beccaria, da vecchio cacciatore, le ha impallinate e sviscerate una ad una, evidenziando le pecche di tanti luoghi comuni e neutralizzandoli.
Beccaria, come nasce questo libro?
"Sono decenni che si sentono inesattezze e storpiature vere e proprie riguardo all’attività venatoria e francamente non ne potevo più di vedere persone prive di conoscenze specifiche, e forse anche di scrupoli, diffamare una attività millenaria, che così grande parte ha avuto nell’alimentazione e quindi nell’esistenza stessa del genere umano.
Esattamente come se vuoi una ricetta di cucina chiedi ad uno chef, non ad un medico e se vuoi una ricetta farmacistica chiedi ad un medico, non ad uno chef, ho pensato che nessuno ha più conoscenze, esperienze, argomenti e quindi titolo per parlare di caccia, di un cacciatore. E quindi mi sono messo all’opera, andando a cercare affermazioni ingannevoli, dati errati ed ho rettificato anche argomentando".
Quindi nel testo si affrontano sia questioni tecniche che morali?
"Assolutamente no. Il cacciatore ha titolo per fornire spiegazioni ed informazioni di carattere tecnico, ma l’aspetto morale è sempre soggettivo: ognuno ha il sacrosanto diritto di avere la sua opinione. Questo libro vuole semplicemente essere uno strumento di conoscenza e riflessione, in modo che ognuno possa consapevolmente formarsi una sua opinione, ma basata su dati oggettivi corretti e diretti. Dopodiché si può anche decidere di cambiare idea".
Qualche esempio eclatante?
"Un’intervista non è lo spazio più consono, per la ovvia necessità di spazio e sintesi, per affrontare compiutamente un argomento così complesso. L’esempio più facile potrebbe essere questo: su 60 milioni di italiani (arrotondo per comodità di calcolo) circa l’80% è o contrario o comunque non particolarmente favorevole alla caccia. Fa 48 milioni. Ma solo il 10% dei 60 milioni è vegetariano o vegano, che fa 6 milioni.
48 meno 6 fa 42 milioni di persone che o non si rendono conto, o fanno finta di non rendersene conto, che la bistecca che hanno nel piatto arriva da un animale ucciso e macellato, esattamente come un capo di fauna selvatica. E quindi perché tutto questo accanimento contro la caccia, quando poi vanno dal macellaio?".
Cosa si aspetta, dunque, da questo libro?
"Mi aspetto che la gente abbia un approccio meno “di pancia” è più “di testa” nei confronti della caccia. Che si renda conto che la caccia è una attività con molti aspetti positivi, dal controllo delle specie nocive al monitoraggio dell’ambiente, dalla presenza costante sul territorio agli interventi di pulizia sentieri, mai abbastanza pubblicizzati, che i cacciatori svolgono da sempre, non solo senza pesare economicamente sulla collettività, ma anzi, pagando fior di tasse e concessioni governative, creando posti di lavoro e fatturati significativi per l’economia nazionale.
La legge nazionale che regolamenta l’attività venatoria è severa e rivolta innanzitutto alla tutela della fauna selvatica e dell’ambiente. Se si resta nell’ambito di quanto prescritto, la caccia non è un depauperamento, ma al contrario, un arricchimento per tutti".
Come si può acquistare il libro?
"Nell’immediato futuro ci sono in programma alcune presentazioni, la prima già domenica 23 febbraio alle ore 11:30 a Belforte Monferrato (AL) a due minuti dall’uscita autostradale di Ovada, nell’ambito della inaugurazione di una zona addestramento cani da ferma, più altre che verranno comunicate successivamente".
Si può scrivere, sia per informazioni che per ordini, alla mail acacciadibufale@gmail.com: il costo del libro è di 8 Euro più spese di spedizione.