Il 18 e il 19 febbraio sarà in scena al Teatro Astra 'Le mie tre sorelle' di Ashkan Khatibi (spettacolo in persiano con sovratitoli in italiano) con Sadaf Baghbani, Nazanin Aban, Saba Poori, Sahba Khalili Amiri.
La pièce trae ispirazione dalla vita di Sadaf Baghbani, una combattente per la libertà iraniana che ha subito oltre 150 ferite da arma da fuoco. Attraverso un omaggio alle "Tre sorelle" di Čechov, il racconto di Sadaf e delle sue sorelle offre una visione franca e senza filtri della vita delle donne in Iran e della tragedia della loro sistematica oppressione.
"Due anni fa ho abbandonato il mio Paese – racconta il regista – Ora continuo a battermi per la libertà attraverso questa rappresentazione. Unisciti a me e a Sadaf nella nostra lotta". Aiutato dalla musica rap persiana, linguaggio ufficiale della nuova generazione iraniana, il regista Ashkan Khatibi vuole ribadire l’ingiustizia sistematica inflitta alle donne iraniane.
La stessa Khatibi ha risposto in questo modo alla domanda che il direttore artistico del TPE, Andrea De Rosa, ha rivolto a tutti gli artisti protagonisti della Stagione, "Chi è o che cos'è il fantasma nel tuo spettacolo?". "Essere donna in Iran è una battaglia continua. Si può rischiare la vita semplicemente scegliendo di non vestire l’hijab. Infatti, in questa storia, il fantasma è la vita stessa, che manca. La libertà di parola, di cantare, di ballare, amare, baciare. Ma sono fantasmi anche le vite spezzate nelle strade durante le rivolte del movimento 'Donna, Vita, Libertà'".
"La protagonista del mio spettacolo - racconta - ha più di 150 proiettili di plastica nel proprio corpo, è arrivata in Italia per curarsi e da quando ha lasciato il suo Paese cerca di dialogare con le sue sorelle e con il padre. Cerca di riempire i vuoti della propria esistenza".
Il 16 e il 17 febbraio (ore 20.30) in programma 'Rose di Persia', la rassegna di cortometraggi promossa da Aiace Torino al Cinema Romano. La seconda edizione è a cura proprio di Ashkan Khatibi.