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Cronaca | 16 febbraio 2025, 07:23

Prima la rissa, poi gli incendi. L’ultima faida rom spaventa le famiglie: “Basta, dateci l’esercito” [VIDEO]

Gli inquilini delle popolari sul piede di guerra: “Sono anni che in questi cortili succede di tutto”

Prima la rissa, poi gli incendi. L’ultima faida rom spaventa le famiglie: “Basta, dateci l’esercito” [VIDEO]

I video circolati prima su Facebook e Instagram e poi su WhatsApp raccontano di un quartiere, il Regio Parco, in totale balia degli occupanti abusivi delle case popolari. Di certo, non solo da venerdì pomeriggio quando alcuni uomini hanno messo a ferro e fuoco via Cravero. Prima della vendetta notturna: l'incendio nel cortile Atc di via Bologna.

24 ore da brivido

Due i fatti principali. Partiamo da venerdì quando un’auto in retromarcia semina il panico in via Cravero. Ne fanno le spese un bus di passaggio e alcuni veicoli parcheggiati. Un uomo esce da un cortile e con una mazza sfonda il lunotto posteriore di uno dei veicoli coinvolti. Ne segue un parapiglia: urla, gente che scappa di qua e di là rifugiandosi nel cortile che porta in corso Taranto.

Poi con il calar del sole arriva un’altra ritorsione: alle 23.30 la bottiglia lanciata contro un furgone dove dormivano due Nomadi. E in piena notte l’incendio che ha coinvolto sette vetture.

L’arresto e la vendetta 

Una guerriglia tra famiglie rom che ha avuto inizio in un ristorante di Torino, dove qualche bicchiere di troppo provoca una rissa che dal locale si protrae in strada. E continua al Regio Parco con un uomo che sperona un furgone, minacce e un arresto per resistenza a pubblico ufficiale.

Le paure dei residenti

Nel far West ne fanno le spese anche le auto di alcuni inquilini di via Bologna. Gli stessi che da anni denunciano le occupazioni abusive, chiedendo sgomberi. Quella di via Bologna, manco a dirlo, è una delle situazioni più critiche in Torino. Un paio di anni fa, giusto per fare un esempio, tre abusivi si erano divertiti a sfasciare i vetri e i portoni dei palazzi al 265. Una festa di Capodanno degenerata, a cui sono seguiti esposti e raccolte firme. L’ultimo capitolo a novembre quando durante un controllo è spuntato fuori un fucile.

“Qui c’è il coprifuoco”

Da via Cravero a via Bologna: due comprensori difficili separati da una strada. E qui la musica è sempre la stessa. “Noi tutti siamo preoccupati, non possiamo vivere così - denuncia un’inquilina, che sceglie la via dell’anonimato -. Penso che nessuno vorrebbe vivere in queste condizioni. E mi dispiace per chi ha perso le macchine per colpa di una guerra che nulla ha a che fare con noi persone per bene”.

Va giù duro un altro inquilino. “Qui c’è il coprifuoco. Si vive nel terrore, ci vorrebbe l’esercito”.

Philippe Versienti

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