Attualità - 13 febbraio 2025, 15:42

A Grugliasco il Giorno del Ricordo celebrato da Antonio Vatta, esule istriano

"Occorre tenere viva la memoria degli eventi che hanno portato agli eccidi delle foibe e all’esodo di centinaia di migliaia di persone"

A Grugliasco il Giorno del Ricordo celebrato da Antonio Vatta, esule istriano

Mercoledì 12 febbraio, al giardino Vittime delle Foibe, in corso Fratelli Cervi 57 a Grugliasco, si è svolta la ricorrenza del Giorno del Ricordo con la deposizione di una corona di fiori alla presenza del consigliere comunale Domenico Palomba in rappresentanza del Sindaco, Emanuele Gaito, del presidente del Consiglio Comunale, Luigi Musarò, di Antonio Vatta, Presidente del Comitato provinciale di Torino dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia Dalmazia.

Vatta ha raccontato la storia che hanno vissuto decine di migliaia di famiglie italiane con il dramma dell'esodo e dei rappresentanti delle associazioni degli esuli istriani, fiumani, dalmati. Alla ricorrenza hanno partecipato anche diversi consiglieri comunali, l'associazione nazionale Alpini, l'associazione nazionale Marinai d'Italia, l'associazione Borgo San Giacomo, i Vigili del fuoco volontari di Grugliasco e il Corpo Musicale di Grugliasco con uno dei suoi trombettieri.

Tra il 1943 e il 1954 decine di migliaia di italiani hanno dovuto abbandonare le loro case e la loro terra natale nelle province – allora italiane – di Pola, Fiume e Zara, per sfuggire alle persecuzioni ed ai massacri di civili e militari da parte del regime jugoslavo. Per ricordare quella tragica pagina di storia, il Comune di Grugliasco celebra il “Giorno del ricordo”, stabilito nel 2004 con legge dello Stato per il 10 febbraio (data in cui nel 1947 fu firmato il trattato col quale l’Italia cedeva la regione dell’Istria, di Fiume e della Dalmazia), con un manifesto che propone una riflessione sulla tragedia dei profughi e delle vittime delle foibe.

«Anche quest’anno, come Città, celebriamo il Giorno del Ricordo per tenere viva la memoria degli eventi che hanno portato agli eccidi delle foibe e all’esodo di centinaia di migliaia di persone - ha spiegato Domenico Palomba consigliere comunale di Grugliasco - Grugliasco storicamente si è sempre distinta per il rispetto di tutte le persone uccise e massacrate negli eccidi e nelle stragi. Siamo città medagliata per l'eccidio nazifascista perpetrato sul nostro territorio tra il 29 e il 30 aprile del 1945. Siamo anche la Città che, tra le prime in Italia, nel 1998, ha votato, in consiglio comunale, la delibera per istituire questo giardino, un luogo di memoria realizzato poi l'anno dopo, nel 1999, 5 anni prima della legge nazionale che celebra il “Giorno del ricordo”, stabilito nel 2004 per il 10 febbraio (data in cui nel 1947 fu firmato il trattato col quale l’Italia cedeva la regione dell’Istria, di Fiume e della Dalmazia). Interessante ricordare che, chi ha sollecitato l'intitolazione del giardino, sia una famiglia grugliaschese sfollata da Pola».

«Pensiamo sia importantissimo parlare di ciò che hanno significato le tragedie del secolo scorso, l'olocausto innanzitutto e la vicenda delle foibe e dell'esodo degli italiani dall'Istria e dalla Dalmazia, divulgando le numerose cause che sono all’origine di eventi che appartengono alle pagine più tristi della storia - afferma Luigi Musarò presidente del Consiglio comunale di Grugliasco - La memoria ci deve aiutare, però, anche a condannare gesti come quelli delle scorse notti fra venerdì 7 e sabato 8 febbraio, dove è stato imbrattato l'accesso alla foiba di Basovizza, monumento nazionale. Trieste è nostra", "Morte al fascismo", "Libertà ai popoli" le scritte tracciate in lingua slovena alla vigilia del Giorno del Ricordo. Parole scritte nel luogo simbolo di tutte le foibe, e delle persone uccise o scomparse nelle cavità carsiche. Un atto grave e intollerabile che offende profondamente la memoria storica del nostro Paese e, ancor più, le vittime delle foibe. Un'offesa per la memoria delle vittime e che ferisce l'intera comunità».

Momenti celebrativi, come quelli realizzati da Grugliasco non sono solo fini a se stessi, ma hanno un valore fondamentale per tramandare la memoria e la storia. E per questo che l'Amministrazione comunale ha ringraziato, ancora una volta, per la sua presenza, Antonio Vatta, presidente del Comitato provinciale di Torino dell'associazione nazionale Venezia Giulia e Dalmazia, che è intervenuto: «Noi siamo sempre vissuti a Zara – racconta Vatta – fin dai nostri avi, che stavano sotto la Repubblica di Venezia. Nel corso della storia le popolazioni che hanno vissuto in quell’area si sono succedute e mescolate. A molti prima di noi è capitato di doversi spostare da lì, così come a noi, che ci siamo trovati in un momento molto brutto della storia. I rapporti tra noi e gli slavi erano ottimi prima della guerra. Nel sangue della maggior parte di noi c’era sangue slavo: a casa infatti parlavamo sia italiano che croato. Io avevo 10 anni quando siamo dovuti andare via da Zara, era il 30 ottobre del 1944. Perché è importante ricordare? Perché è una tragedia italiana, non era mai successo uno sterminio del genere alla nostra nazione, al di fuori dei bombardamenti. È importante conoscerne la storia, cos’è successo, come mai e che rapporto c’era tra noi e gli slavi. Chi compie atti vandalici dovrebbe imparare avere rispetto. Stanno infangando la memoria dei partigiani che hanno combattuto per liberare l’Italia e di chi è morto in quella circostanza. Noi non accettiamo provocazioni, non ci fanno paura quelle cose, abbiamo già provato di peggio».

comunicato stampa