Poco meno di 60mila casi registrati in Italia secondo l’ultimo rapporto della Società Italiana di Cardiologia Interventistica, di cui oltre 4.000 in Piemonte. Con un numero di pazienti trattati con sostituzione transcatetere in costante aumento dal 2007, arrivati a poco meno di mille nella nostra Regione, e una platea di soggetti potenzialmente a rischio che, solamente nella Città di Torino, supera i 113mila.
Occorre partire dai numeri per capire il peso della stenosi valvolare aortica e l’importanza di un confronto tra esperti su una delle patologie cardiache più diffuse nei Paesi occidentali. A questa esigenza risponde il congresso "Gestione della stenosi valvolare aortica nell'ASL Città di Torino", in programma il 18 febbraio 2025 all'Hotel NH Collection Torino Santo Stefano.
L’evento vedrà la partecipazione di operatori del settore per analizzare le migliori strategie di cura e il ruolo centrale della multidisciplinarità, partendo dall’esempio dell’Asl diretta da Carlo Picco che è riuscita a mettere a terra un modello di best practice anche dal punto di vista organizzativo. Un risultato importante, raggiunto anche grazie all’aggiudicazione da parte della Asl di un bando europeo propedeutico per la gestione completa della patologia, dal momento della diagnosi fino al follow-up.
“Fino a tre anni fa, l’ASL Città di Torino non disponeva di un’unità di Cardiochirurgia interna e i Pazienti venivano indirizzati in altre strutture. Oggi, grazie all’istituzione di una Cardiochirurgia diretta dal dottor Matteo Attisani e all’implementazione degli interventi TAVI all’interno della Cardiologia del Giovanni Bosco diretta dal dottor Giacomo Boccuzzi, i numeri degli interventi sono cresciuti rapidamente e i risultati sono estremamente positivi con indici di mortalità più bassi del territorio nazionale” dichiara Carlo Picco, direttore generale dell’Asl Città di Torino.
“La stenosi valvolare aortica è la cardiopatia valvolare più frequente nei Paesi occidentali – spiega Giacomo Boccuzzi, direttore della Cardiologia dell’Ospedale Giovanni Bosco di Torino – e con l’insufficienza mitralica rappresenta una patologia che, con l’avanzare dell’età, colpisce una popolazione sempre più ampia. Nella maggior parte dei casi, si tratta di una malattia degenerativa: la valvola, con il tempo, si deteriora fino a compromettere la funzione cardiaca”.
Per trattarla esistono tre opzioni. L’intervento chirurgico tradizionale, indicato per pazienti sotto i 75 anni senza comorbilità rilevanti. L’impianto di una valvola per via transcatetere (TAVI) che, secondo le linee guida, è indicato per over 75 e per coloro che non possono sostenere un intervento chirurgico invasivo. E, infine, nei pazienti molto fragili, la gestione della malattia con approcci palliativi. Il congresso del 18 febbraio sarà l’occasione per un confronto sui progressi compiuti, con l’obiettivo di rafforzare la collaborazione tra specialisti e migliorare il percorso diagnostico e terapeutico dei pazienti.
Saranno quattro le sessioni tematiche, coordinate da operatori del settore. Si partirà con una panoramica sulla diffusione della stenosi valvolare aortica nell’ASL Città di Torino, seguita da un approfondimento sulle metodologie diagnostiche più avanzate e sulle più recenti linee guida per il trattamento. Nella seconda sessione, si analizzeranno il percorso diagnostico, il ruolo dell’imaging nella pianificazione dell’intervento, la valutazione della fragilità del paziente e il decision making dell’Heart Team.
Il confronto tra la chirurgia tradizionale e il TAVI sarà al centro della terza sessione, insieme all’evoluzione dell’approccio anestesiologico. La giornata, dopo una quarta sessione dedicata alla Rete integrata e ai nuovi scenari, si concluderà con una tavola rotonda sulla sostenibilità della terapia, introdotta da Carlo Picco, Direttore Generale dell'ASL Città di Torino.