Nel cuore di corso Giulio Cesare, a Torino, c’è un parrucchiere che è anche un custode di storia. Adriano Onofrio Barbieri, 72 anni, è un coiffeur che in Barriera di Milano conoscono praticamente tutti. La sua passione per il collezionismo lo ha spinto a raccogliere i cimeli che raccontano la storia di una professione, il barbiere appunto. E molti di questi reperti si trovano nel negozio di suo figlio Silvio.
25mila reperti
Adriano non raccoglie semplicemente oggetti, ma veri e propri pezzi storici, che documentano l'evoluzione di un mestiere che ha affascinato intere generazioni. La sua collezione non conta solo qualche decina di pezzi, ma ben 25mila oggetti. Una miriade di articoli che occupano ogni angolo del negozio, appesi sui muri e collocati in apposite bacheche. Dalle insegne agli specchi, dalle forbici ai rasoi, ogni oggetto ha una storia da raccontare.
Un viaggio tra i pezzi più rari
Fra i tanti reperti della collezione, spicca un pezzo davvero unico: un rasoio risalente ai primi del Novecento, conosciuto come la "Croce di Malta", appartenuto a Gabriele D’Annunzio. A quel tempo, il valore del rasoio era di 120 lire. Non mancano nemmeno oggetti curiosi e inusuali come gli arricciacapelli a gas o ad alcool, utilizzati per tenere i capelli in piega, e una macchina per la permanente a caldo. Tra i cimeli più affascinanti c’è anche un lavabo portatile in ottone cromato, usato quando l’acqua corrente non esisteva ancora.
Un altro pezzo interessante sono le barberine, le vaschette sagomate che nel Settecento e Ottocento si appoggiavano al collo dei clienti per evitare che i capelli cadessero sulla loro veste. E poi ci sono i phon: uno in particolare risale agli anni '30 e pesa ben cinque chili, un esempio di come la tecnologia di un tempo fosse tutt’altro che comoda.
Passione senza età
Adriano racconta con passione la sua lunga ricerca: "Ho dedicato anni e anni della mia vita a raccogliere questi oggetti", dice. "E ancora oggi mi sveglio la domenica con l'entusiasmo di trovare qualcosa di nuovo, qualcosa che arricchisca la mia collezione". Quella che era iniziata come una passione personale si è trasformata nel corso degli anni in un vero e proprio archivio storico, con reperti che spaziano da Torino a Sant'Onofrio, sua città Natale, passando per Lione, che ha contribuito ad arricchire la sua illuminazione.
"È stato un dipinto, l’immagine del barbiere di Siviglia, a spingermi a intraprendere questo viaggio", racconta Adriano. Ma nonostante la grande soddisfazione di avere una collezione unica nel suo genere, il sogno di Barbieri è uno solo: che un giorno qualcuno decida di aprire un vero museo, dove esporre al pubblico questi storici strumenti del mestiere. Un sogno che rimane vivo, alimentato dalla passione per il passato e la speranza di trasmettere il valore della tradizione ai posteri.