Dare un voto alla nostra sanità direi che è quasi impossibile. Perché è come un Giano Bifronte.
Da un lato abbiamo eccellenze assolute. Arrivano quasi ogni giorno notizie di interventi eccezionali effettuati negli ospedali del Piemonte. E chi ha avuto la sventura di finire in qualche reparto specializzato, ha potuto accorgersi che il personale è preparato, solerte, vicino alle esigenze dei malati.
Assoluta efficienza. Lo può testimoniare Elena, persona a me molto cara, ricoverata in un grande ospedale pubblico di Torino con un ictus in atto e dimessa nel giro di una settimana. L’ hanno rivoltata come un calzino, scoperto la causa e assegnato la cura. Adesso gode di buona salute. Anche Paolo, amico fraterno, che è corso al Pronto Soccorso perchè il suo cuore faceva le bizze: ha ottenuto diagnosi e terapie opportune. In entrambi i casi, tutto gratis.
Gabriella, invece, non riesce a guarire da una brutta influenza, febbre alta e dolori ovunque, ormai da quasi un mese. Nonostante le ripetute chiamate al suo medico di base, non è ancora riuscita a farsi visitare a domicilio: “Non ce la faccio, troppi pazienti ammalati… prenda il paracetamolo e quando riesce venga in studio” è la risposta che si sente ripetere, ogni volta, come un disco rotto. E che dire di Bianca, 86 anni, di San Mauro Torinese: colpita da trombosi alle gambe necessita di esame ecodoppler ogni tre mesi. L’ ultima volta si è sentita rispondere dal Centro Unico Prenotazioni: “C’è un posto a Domodossola a novembre 2025, la prenoto?”, “Ma io deve portare l’ esito dell’esame al mio specialista a marzo” ha provato a dire Bianca. “E allora vada in un centro privato”, la lapidaria risposta.
E quindi? Come sta la nostra sanità? Da eccellenza o da Terzo Mondo? Non so rispondere.
Però mi viene un sospetto: forse stiamo andando verso un sistema sanitario all’americana. Dove vieni curato in base alla tua carta di credito… E’ solo un sospetto, però – in ogni caso – è sempre meglio godere di buona salute.