Le classifiche che vengono stilate annualmente hanno premiato diverse volte Torino come città più accessibile d’Italia. Cosa vuol dire questo nel concreto e, soprattutto, cosa ha in serbo la città di Torino per migliorare ancora di più la qualità della vita delle persone che convivono con disabilità gravi come quelle motorie?
Cosa ha reso Torino la città più accessibile d’Italia
Una delle prime classifiche da cui Torino risultò la città più accessibile d’Italia fu quella stilata da Anmil con la Federazione delle associazioni di disabili (Fand). Furono presi in considerazione allora diversi fattori tra cui la facilità con cui le persone con disabilità motorie avevano accesso a luoghi fruibili al pubblico come chiese, musei, monumenti, biblioteche, bar, ristoranti, attività commerciali: grazie alla presenza di rampe, servoscale, montascale Torino si guadagnò una votazione di 8 su 10 su questa voce, superando il resto delle città italiane.
Tra i luoghi più accessibili in città, grazie alla presenza appunto di dispositivi e soluzioni che abbattevano le barriere architettoniche più importanti, risultarono allora la Mole Antonelliana, i portici di Via Roma, il parco del Valentino.
Molti progetti mirano a rendere Torino più inclusiva, sotto tanti punti di vista
Da allora molte cose sono cambiate in città e gli interventi realizzati, vari e di varia natura, hanno reso Torino la città più accessibile in Italia non solo per chi ha difficoltà motorie ma anche per chi convive con disabilità di altro tipo (uditive, visive, eccetera).
Tra i progetti finanziati dall’amministrazione comunale e condotti con associazioni del settore non ne sono mancati nel tempo di pensati per migliorare la fruibilità a non vedenti e ipovedenti delle tante ricchezze culturali e artistiche della città. Una delle iniziative più recenti patrocinate dal Comune ha avuto come focus proprio il turismo accessibile, ossia garantire un’esperienza più inclusiva e sotto più punti di vista a tutti i turisti che giungono a Torino.
Certo, come hanno fatto notare gli attivisti del campo, c’è ancora molto da fare soprattutto nel settore privato. Basti pensare che 3 negozi torinesi su 4 ancora non risultano accessibili oggi per la mancanza di rampe, montascale, servoscale che consentano alle persone che utilizzano la carrozzina o altri dispositivi di ausilio alla camminata di entrare e uscire facilmente dal locale, nonostante l’investimento necessario per eliminare questo tipo di barriere architettoniche sia limitato e siano previsti bonus e sgravi fiscali appositi.
Anche per questa ragione, per coinvolgere sempre di più anche i privati a rendere Torino una città più accessibile e degna degli alti standard europei, l’amministrazione ha da poco annunciato una collaborazione con il Politecnico. Lo scopo sarà condurre attività di ricerca, eventualmente coinvolgendo le associazioni di settore, su come sfruttare tecnologie e innovazioni per migliorare la qualità della vita dei cittadini con disabilità e assicurare loro sempre più possibilità di partecipare attivamente alla vita pubblica di Torino. Allo scopo saranno stanziati appositi fondi e nominati responsabili che si occuperanno delle politiche per l’accessibilità in campi specifici come trasporti, servizi pubblici, comunicazione, informazione, intrattenimento.