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Eventi | 06 febbraio 2025, 15:15

Sulla vetta del Kilimangiaro, l’esperienza di Alessandro Plavan

L’angrognino racconterà domani nella sede del Cai Val Pellice il trekking in Africa, affrontato con Marina Cairus e Alain Pontet

Alessandro Plavan, a destra, con Alain Pontet e Marina Cairus

Alessandro Plavan, a destra, con Alain Pontet e Marina Cairus

Un trekking di sei giorni sul monte più alto del continente africano. Un’avventura unica, con diversi paesaggi da ammirare, verrà raccontata da Alessandro Plavan nell’ambito del progetto ‘I soci in viaggio’ lanciato dal Cai sezione Uget Val Pellice, per far sì che i protagonisti di viaggi possano “raccontarli attraverso foto, spiegare dove sono stati, cosa hanno visto, se ci sono delle curiosità o se hanno trovato delle difficoltà” descrive Roberto Rigano, presidente dell’associazione di Valle.

L’idea dell’evento nasce dalla volontà di rendere la sede Cai più frequentata: “Il terzo venerdì del mese, da gennaio a maggio, organizziamo una serata in sede dove presentiamo dei libri o qualcosa sulla montagna. Però a me piace anche quando sono i soci che propongono nuove idee, a seconda dei loro interessi, viaggi, fotografia, piante o animali, ad esempio, e raccontino le loro esperienze.”

L’esperienza emozionante

Andare in Kilimangiaro non è stata un’esperienza in solitaria per Plavan, che è infatti partito con due amici e si è affidato a un’agenzia di viaggi che ha sede a Torino per organizzare tutto. “Con Marina Cairus e Alain Pontet, l’idea del viaggio è nata per festeggiare i nostri 50 anni e per fare qualcosa di particolare per quell’occasione – racconta –. Ci siamo appoggiati a un’agenzia, che abbiamo contattato verso marzo-aprile 2024 e che si è occupata del trekking e delle informazioni necessarie per affrontarlo. Noi abbiamo dovuto dedicarci al passaporto, al visto e alle varie vaccinazioni da fare”.

Il viaggio totale è durato dieci giorni, con partenza da Milano il 10 settembre scorso. Dopo essere atterrati in Tanzania, ad Arusha, ci si è avvicinati all’entrata del parco nazionale del Kilimangiaro con la Jeep. “Nel gruppo partito dall’Italia eravamo in 18. Dall’ingresso al parco sono iniziati i 6 giorni di trekking, 5 per arrivare in punta e l’ultimo per ritornare a bassa quota. Erano ovviamente previste varie tappe per salire molto con calma: è un percorso alla portata di tanti, non è super impegnativo a livello alpinistico, ma certo c’è da considerare la quota, che influisce molto perché si arriva quasi a 6.000 metri, e non è scontato riuscirci, così come lo spirito di adattamento, essendo fatto con tende e interamente a piedi”, spiega Plavan.

La varietà dei paesaggi visti e il legame instaurato con il gruppo sono gli aspetti più entusiasmanti dell’avventura. “Sicuramente il fatto di passare dalla savana alla giungla e alla brughiera e poi all’alta montagna mi affascinava parecchio ed è quello che più ci interessava. Ma c’è stato anche il contatto umano con il gruppo che ci ha accompagnato, composto da due guide, un cuoco e ragazzi che spostavano da un campo all’altro il materiale che serviva a tutti – aggiunge –. Vivendo questi 6 giorni sempre all’esterno, considerando eventuali problematiche che possono esserci come la fatica o l’adattamento alla temperature basse della notte, non era scontato che andasse sempre tutto bene. Invece è successo, anche con Marina e Alain, e così siamo riusciti ad arrivare tutti e tre in cima. È stato molto bello conoscere questo mondo così diverso, ma anche l’esperienza nel suo complesso”.

La passione per la montagna

Plavan abita ad Angrogna e ha sempre vissuto in Val Pellice. Operaio metalmeccanico a Pinerolo, negli ultimi anni si è avvicinato alla montagna e soprattutto all’alta montagna. “Per coltivare un po’ questa passione che cresceva anno dopo anno, oltre ad avere la fortuna di essere già nel Cai Uget Val Pellice come socio dal 2000, mi sono avvicinato alla Scuola Intersezionale Valli Pinerolesi. È una scuola che offre tre corsi diversi, sempre legati alla montagna: d’inverno scialpinismo, in primavera e estate alpinismo e in autunno arrampicata. Ho cominciato una decina di anni fa come aiuto istruttore e in questo momento sono istruttore di scialpinismo e di alpinismo. Siamo tutti volontari e questi sono corsi con cui cerchiamo di trasmettere un po’ la nostra passione, aiutando la gente a diventare più autosufficiente, sempre in sicurezza.”

L’appuntamento

Plavan racconterà attraverso le sue foto il viaggio sul Kilimingiaro anella serata di domani, venerdì 7 febbraio, in piazza Gianavello 30 a Torre Pellice alle 21: “Mi ha fatto molto piacere che Roberto mi abbia invitato per questa serata.” Interverranno anche Samantha Odino e Massimo Bertalot in merito alla loro esperienza in Bolivia e Argentina.

L’evento è aperto a tutti e si sta pensando a un’altra serata per i racconti dei viaggi nei paesi nordici e in Nepal di altri due soci.

Sabina Comba

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