Cronaca | 05 febbraio 2025, 19:07

Sei mesi di carcere per aver sabotato un macchinario della fabbrica per cui lavorava

L'uomo, 44enne, ha ottenuto la condizionale. La difesa: "Ricorreremo in appello"

Sei mesi di carcere per aver sabotato un macchinario della fabbrica per cui lavorava

Sei mesi di carcere per aver sabotato un macchinario della fabbrica per cui lavorava. È la sentenza emessa dal Tribunale di Torino nei confronti di un uomo di 44 anni che ha ottenuto la condizionale.

Come riporta Ansa Piemonte la vicenda risale al periodo compreso fra il 27 dicembre 2019 e il 7 gennaio 2020, quando in azienda la produzione fu sospesa per le vacanze natalizie e alcuni operai lavoravano alla pulizia dei macchinari. Alla ripresa dell'attività una mezza dozzina di impianti risultarono in tutto o in parte non funzionanti: si notarono fili recisi di netto e valvole svitate di proposito.

L'imputato è stato chiamato comunque a rispondere solo dei danni patiti da un unico apparato, e anche per questo singolo caso si è professato estraneo ai fatti.

"È una sentenza - è quanto dichiarato all'Ansa dal suo difensore, l'avvocato Guido Orlando - che non ci aspettavamo. Ricorreremo sicuramente in appello".
   

L'avvocato Massimo Usseglio, parte civile per conto dell'azienda, ha fatto presente che nel 2023 la Corte d'appello aveva sostanzialmente convalidato il licenziamento del lavoratore. Il tribunale ha riconosciuto il diritto a un risarcimento e una provvisionale di 2.500 euro.

"La società - ha commentato il legale sempre all'Ansa - è convinta che questo sia l'epilogo corretto della vicenda. Prende però atto con grande dispiacere che un proprio dipendente abbia danneggiato volontariamente un macchinario".
   
Il lavoratore era stato anche rappresentante sindacale. Il movente del sabotaggio, però, non è stato chiarito.

Redazione

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Federica Monello

Giornalista pubblicista, ascoltatrice vorace di musica, amante di tutto ciò che è cultura. Nasco e cresco in Sicilia dove da studentessa di Lettere Moderne muovo i primi passi nel giornalismo, dopo poco unisco la scrittura alla passione per la musica. Giungo ai piedi delle Alpi per diventare dottoressa in Comunicazione e Culture dei media e raccontare di storie di musica, versi, suoni e passioni.

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