Economia e lavoro | 04 febbraio 2025, 16:00

"Più rispetto per i lavoratori", torna la protesta degli addetti Skf nella transizione verso Airasca

I sindacalisti della Fiom raccontano di disagi per orari, spostamenti e organizzazione nel periodo che porterà alla riorganizzazione di Villar Perosa e alla chiusura di Pianezza

ingresso di fabbrica con striscioni appesi

Nuovi striscioni esposti fuori dai cancelli delle fabbriche Skf

"Vogliamo più rispetto per i lavoratori". E "Basta pressioni". Questi gli striscioni che nei giorni scorsi sono tornati a esporre ai cancelli della fabbrica i lavoratori della Skf. La grande multinazionale svedese, infatti, sta portando avanti una complessa riorganizzazione degli spazi e degli stabilimenti, che nel progetto definitivo concentrerà buona parte delle lavorazioni nello stabilimento di Airasca, mentre sarà chiuso definitivamente quello di Pianezza. A Villar Perosa, invece, rimarranno le divisioni avio e ferroviaria.

Me nella fase di passaggio i disagi non mancano. Soprattutto per quanto riguarda quei lavoratori che da Pianezza sono chiamati ad andare a Villar Perosa per quello che in origine era un periodo di formazione (in attesa di utilizzare le stesse strumentazioni ad Airasca, loro collocazione definitiva), ma che adesso sta diventando anche un periodo di produzione. Tutta colpa delle lungaggini che stanno interessando la chiusura del progetto ad Airasca.

"Avevamo firmato un accordo molto chiaro - dice Rino Di Domenico, rsu Fiom in Skf -, ma adesso diventa sempre più difficile applicarlo e farlo rispettare. Ci erano state garantite auto di servizio per i lavoratori che erano chiamati a Villar Perosa, ma ora quelle vetture non ci sono più. Al loro posto è stata istituita una navetta, che però ha orari fissi e rigidi, andando a influenzare l'autonomia negli spostamenti dei lavoratori, alcuni dei quali hanno anche una certa età e hanno incombenze famigliari da far collimare. Si è così arrivati a permettere l'uso delle auto private, ma senza garantirne il rimborso spese"

Insomma, tanti disagi che messi assieme stanno alimentando il fuoco del malumore, tra gli addetti. "Ma se l'azienda ha problemi nel rispettare i tempi previsti ad Airasca, non ci possono rimettere i lavoratori", dice ancora il delegato. 

Una posizione condivisa anche da Pino Lo Gioco, responsabile Skf per Fiom a livello nazionale. "Capiamo che si possano creare ritardi importanti per far partire la produzione dopo una riorganizzazione così profonda - dice -. Ma non è pensabile che vengano disattesi accordi presi in maniera precisa. Noi siamo pronti a condividere le scelte e l'organizzazione, ma non possiamo vedere le decisioni che sono calate dall'alto, senza nemmeno consultarci".

C'è poi un tema legato alla prospettiva: "Un conto era sostenere tre settimane di formazione, ma ora che stanno diventando almeno il doppio e con ritmi che sono sempre più legati alla produzione, le cose non sono più sostenibili. Con la navetta c'è chi si sveglia alle 4 per essere in fabbrica alle 6, senza dimenticare che i l'età media di molti tra coloro chiamati a Villar Perosa è piuttosto alta, magari con ruoli da care giver per genitori anziani e situazioni difficili. E' normale che si crei nervosismo e si generi confusione: all'azienda chiediamo maggiore buonsenso e rispetto per le persone".

Massimiliano Sciullo

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Federica Monello

Giornalista pubblicista, ascoltatrice vorace di musica, amante di tutto ciò che è cultura. Nasco e cresco in Sicilia dove da studentessa di Lettere Moderne muovo i primi passi nel giornalismo, dopo poco unisco la scrittura alla passione per la musica. Giungo ai piedi delle Alpi per diventare dottoressa in Comunicazione e Culture dei media e raccontare di storie di musica, versi, suoni e passioni.

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