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Economia e lavoro | 01 febbraio 2025, 07:00

Scambi di prigionieri tra russi e ucraini, ma Kiev protesta e accusa

Gli scambi di prigionieri tra Mosca e Kiev sono avvenuti con regolarità negli ultimi tre anni. Il più recente è stato a gennaio.

Scambi di prigionieri tra russi e ucraini, ma Kiev protesta e accusa

Oggi però continuare questa pratica presenta dei punti molto delicati. Come riporta il sito Strumenti Politici, vi sono meno di mille russi in mani ucraine, ma quasi diecimila ucraini in mano ai russi. Questa sproporzione, insieme ad altri fattori, rende difficile effettuare uno scambio totale e definitivo, che converrebbe molto di più a Kiev. Oggi l’esercito ucraino patisce una gravissima carenza di militari, perciò chi tornasse indietro verrebbe immediatamente rispedito al fronte. 

E naturalmente Mosca non vuole trovarsi con migliaia di nemici nuovamente contro. In compenso, nemmeno gli ucraini oggi prigionieri gradirebbero questa sorte. Infatti, proprio adesso che si parla quotidianamente di una possibile tregua e dei futuri negoziati, chi è prigioniero in Russia vorrebbe rimanerci fino alla fine conflitto. Oppure tornerebbe volentieri a casa ma solo a patto di essere certo di non dover combattere più. Intanto nel Donbass l’esercito ucraino perde e lascia posizioni, in molti casi anche disertando o arrendendosi ai russi. 

Zelensky ha appena sostituito per la terza volta in un anno il comandante di quel settore, ma senza riuscire a migliorare la situazione. Per evitare che i soldati si lascino catturare senza porre resistenza, i comandi ucraini lasciano circolare video cruenti che mostrerebbero le uccisioni perpetrate dai russi sui prigionieri. Non ci sono conferme di questi comportamenti, ma tanto basta a diffondere l’idea che è meglio tenere le posizioni e morire sul posto invece che finire nelle mani dei russi. Le autorità di Kiev si appellano agli organi internazionali e protestano.


 


 

I.P.

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