Economia e lavoro - 01 febbraio 2025, 07:47

La faccia più nascosta della crisi: a Torino e in Piemonte cresce il rischio usura per famiglie e aziende

Spesso la paura fa da silenziatore alle situazioni di difficoltà, ma il sovraindebitamento è un rischio concreto. Scialuppa Crt: "Abbiamo seguito oltre 18mila casi in 25 anni"

L'usura è spesso la faccia più nascosta dei periodi di crisi economica

Una delle facce più nascoste, quando gira il dado della crisi economica, è quella dell'usura. E Torino e il Piemonte non fanno eccezione. Anche se il fenomeno rischia di essere sottostimato: secondo uno studio del 2024 condotto da Libera, infatti, solo il 3,21% dei torinesi consideri l’usura un problema "molto grave", mentre sono il 10,55% dei rispondenti a dichiarare di conoscere vittime di usura.

Quando vince la paura

A farla da padrone, però, è soprattutto la paura: il timore delle ritorsioni rimane il principale ostacolo alla denuncia (54,61%), seguito dalla sfiducia nelle istituzioni (17,71%). A Torino, l’usura spesso si presenta come un’alternativa al credito legale per le piccole imprese in difficoltà, in particolare in un contesto di crescente inflazione e crisi economica.

Effetto crisi

Proprio le difficoltà finanziarie (delle aziende, ma anche dei privati) sono un elemento che incide profondamente sulla diffusione del fenomeno dell'usura. Il terreno fertile per il sovraindebitamento è infatti la povertà, che spinge molte famiglie a ricorrere a prestiti per far fronte alle spese quotidiane, spesso senza le necessarie garanzie finanziarie.


Secondo dati recenti (dell’Annuario statistico regionale del Piemonte, elaborato dall'Ufficio statistica della Regione con l'Istat territoriale), nel 2023 l’11,7% degli individui in Piemonte viveva in famiglie in povertà relativa, un dato stabile rispetto al 2022, ma in aumento rispetto al 10% registrato nel 2021. Questo incremento evidenzia un progressivo peggioramento delle condizioni economiche di una fascia sempre più ampia della popolazione.

Il ruolo della Scialuppa 

Di questi temi si è parlato nei giorni scorsi in occasione del convegno “Giornata della Consapevolezza del debito”, organizzato dalla Scialuppa CRT - Fondazione Antiusura, in collaborazione con la Fondazione CRT. Proprio la Scialuppa, negli ultimi 25 anni, ha seguito oltre 18mila casi, che rappresentano solo la punta dell’iceberg di un fenomeno molto più ampio e radicato. Da qui la proposta di istituire il 31 gennaio come la "Giornata del debito consapevole".

Poca conoscenza rende fragili

Alla Scialuppa – ha dichiarato il Presidente della Fondazione La Scialuppa Crt, Ernesto Ramojnoci troviamo quotidianamente di fronte a famiglie e persone che non riescono più a sostenere i prestiti contratti e si trovano seriamente a rischio usura. Al di là dei numeri ufficiali, il nostro Osservatorio evidenzia un quadro preoccupante: molte famiglie, per scarsa conoscenza o per decisioni impulsive, contraggono debiti che poi non riescono a gestire. Al di là degli istituti bancari e delle società serie, che applicano criteri rigorosi basati sulla capacità di indebitamento, c’è una galassia di realtà – dalle zone grigie della legalità fino a veri e propri usurai – che non si curano della reale situazione economica dei clienti, sfruttandone anzi le difficoltà. E questi casi spesso sfuggono a ogni analisi. Proponiamo il 31 gennaio come data simbolo: rappresenta un momento di riflessione, quando le famiglie, passate le festività natalizie, possono fare il punto sulle proprie finanze e pianificare le spese per l’anno nuovo. Per questa ragione, vogliamo istituire la Giornata del Debito Consapevole”.

"La lotta all’usura ha diversi alleati: la diffusione di una cultura del risparmio, la consapevolezza dei rischi legati al sovraindebitamento, la collaborazione sinergica delle realtà che operano sul territorio per contrastare le diverse forme di povertà – afferma Anna Maria Poggi, presidente della Fondazione CRT –. La Scialuppa CRT è un esempio di come la Fondazione abbia tradotto la propria missione in azioni concrete a favore delle fasce più fragili della società, offrendo da oltre 25 anni non solo un aiuto economico, ma anche un sostegno umano e morale, aiutando le persone a evitare il ricorso all’usura e a riprendere in mano il proprio futuro con dignità e speranza. La Fondazione continuerà a lavorare per rafforzare questa preziosa rete di aiuto e sviluppare nuovi strumenti di sostegno e inclusione".