Attualità - 01 febbraio 2025, 15:00

Relitti di bici, monopattini, poltrone e immondizia: ai Murazzi il Po diventa discarica dell’inciviltà [FOTO]

Nel chilometro tra Ponte Regina e Ponte Vittorio I sul fiume c’è di tutto. Il lato dedicato a Gipo Farassino è immacolato, mentre quello di Buscaglione è colmo di rifiuti

Foto di Daniele Caponnetto

"Sono Freddy dal whisky facile. Son criticabile, ma son fatto così”, cantava Buscaglione sulle note del suo swing. E se il genio di Vanchiglia metteva le mani avanti sul suo abbandonarsi ai piaceri della vita, sul lato dei Murazzi, che oggi di Fred porta il nome, non basta trincerarsi dietro ai fumi dell'alcol per giustificare alcuni gesti.

Anche perché la movida c’entra fino a un certo punto, quando subentra l’inciviltà di chi frequenta i luoghi. E soprattutto perché su questo lato del lungo Po, oltre allo Student Zone, i locali attivi sono due: i Magazzini sul Po e il The Beach. Ma l’immondezzaio all’interno del fiume è già ben visibile all’altezza del Ponte Regina Margherita salendo verso Ponte Vittorio Emanuele I. Quindi che colpa avrebbero i locali della notte? 

Vetro, plastica, infradito

Non c’è traccia di whisky (al massimo di un Disaronno e di un Aperol), ma a galleggiare sulle acque e ad accumularsi sulle sponde ci sono moltissime bottiglie. Qualche birra (ma anche olio) e tanta, tantissima plastica. Ci sono delle infradito - qualcuno deve aver preso sul serio il riferimento balneare del locale di cui sopra - lattine di Red Bull e Coca Cola, cinture in cuoio, bicchieri di carta e barattoli

Nel tratto di circa un chilometro la sporcizia è visibile ad ogni passo con germani reali e gabbiani che nuotano e planano placidi a pochi centimetri dai rifiuti.

Dove finisce lo sharing

Quello che stupisce sono i relitti, alcuni già decisamente deteriorati dal tempo e dal passaggio dell’acqua, di mezzi in sharing. Mentre gli occhi si perdono a guardare il Monte dei Cappuccini, abbassando lo sguardo sul filo dell’acqua spunta un pezzo della ruota di una bicicletta “Ridemovi”. Sul percorso sono due i mezzi di questo tipo affondati sul letto del fiume più lungo d’Italia. 

E non solo. Ad essere stati gettati sono anche tre monopattini. Uno quasi invisibile ormai si mimetizza con l’alveo del Po ed è quasi totalmente ossidato. Altri due fuoriescono per qualche centimetro dall’acqua e si confondono tra i rami e gli arbusti. Sia le bici che i monopattini in sharing sono alimentati con batterie a ioni di litio.

Dal lato Farassino la musica cambia

La musica cambia decisamente attraversando il Ponte Vittorio I e passando dai Muri di Buscaglione a quelli di Gipo Farassino. Qui nessun rifiuto, forse anche a causa della portata più lenta della corrente che prende velocità dalla diga Michelotti in avanti e quindi potrebbe portare maggiori cumuli di rifiuti nella parte sinistra dei Muri. Ma, sull’altra sponda, andando verso la Gran Madre i segni dell’inciviltà, nonostante il contesto elegantissimo, sono evidenti con cartoni, plastica, bottiglie e anche un copricerchi di una vettura.

Una poltrona sul fiume

Poi, nel degrado, ci si può sempre vedere del bello (con grandissimo sforzo artistico). Tornando sul lato sinistro dei Murazzi, da qualche giorno immerso nell’acqua, chi passa da qui avrà senz’alto notato una strana sagoma galleggiante. Qui il richiamo a una canzone di un altro Fred (Bongusto) si fa immediato. 

E così "Una rotonda sul mare” diventa “Una poltrona sul fiume”. 

Mettiamoci comodi, allora, e attendiamo sulla riva, con pazienza confuciana, che il mondo, ma soprattutto le persone, comincino a cambiare davvero.